L’obiettivo è uno solo: porre fine alla crisi del gas, in primo luogo fermando la corsa al rialzo del prezzo, ma anche rendendosi meno dipendenti dalle forniture russe. Va in questa direzione la strada imboccata dai leader dei 27 paesi che, alla fine del secondo giorno di Consiglio europeo, hanno raggiunto una prima intesa: si procederà all'acquisto congiunto e volontario di gas, in modo da risultare più “forti” nella contrattazione.
Manca, però, l’accordo sull’imposizione di tetto ai prezzi, soprattutto per la contrarietà dei Paesi nordici e, in particolare, dell’Olanda, dove si svolgono le contrattazioni e che avrebbe da rimetterci parte dei profitti.
La volontà, però, resta quella di seguire scelte analoghe a quelle effettuate in piena emergenza Covid, tanto che si è deciso di ricostituire scorte anche comuni di gas, in vista del prossimo inverno.
Verso l’indipendenza dalla Russia
L’obiettivo, seppure ancora molto lontano secondo molti esperti, è il raggiungimento di una indipendenza dalle forniture russe, a cui potrebbe concorrere l’offerta di vendita del GNL da parte degli Stati Uniti. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha infatti annunciato un accordo per l'importazione da Washington di 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto nel 2022, in accordo con il capo della Casa Bianca, Joe Biden. Il quantitativo dovrebbe poi crescere a 50 miliardi di metri cubi entro il 2030.
I limiti e le criticità
Si tratta, però, di un terzo di quanto ad oggi proviene dalla Russia e che, dunque, non sarebbe comunque sufficiente a soddisfare i bisogni di molti Paesi europei, in particolare Germania e Italia, che importano rispettivamente oltre il 50% e il 40% di gas da Mosca. Un altro limite riguarda il fatto che il GNL necessità poi di essere rigassificato e in Italia, al momento, ci sono solo tre impianti, peraltro di dimensioni limitate.
Per questo lo stesso premier, Mario Draghi, ha chiarito che l’Italia si sta attrezzando: “La disposizione che è stata data l'altro ieri a Cingolani e trasmessa alla Snam è di acquistare altri due rigassificatori. Sono navi galleggianti e non sul terreno, per i quali ci vorrebbe più tempo”, ha detto il presidente del Consiglio.
Niente tetto al prezzo del gas
Manca ancora, intanto, un’intesa sul tetto ai prezzi del gas, auspicato soprattutto dall’Italia. Il Consiglio europeo ha dato mandato alla Commissione europea di studiare tutte le opzioni già sul tavolo e di arrivare a nuove proposte a maggio prossimo, anche riguardo la riforma del mercato dell’energia elettrica.
Il cancelliere tedesco Scholz, al termine del vertice, ha sottolineato che "la Germania e altri Paesi sono scettici quando si tratta di interventi sul mercato dell'energia perché si mettono a rischio le forniture e non c'è un effetto sostenibile sui prezzi".
Fondo per l’Ucraina
Un altro tema affrontato riguarda la solidarietà all’Ucraina, con la decisione, da parte del Consiglio europeo, di istituire un fondo fiduciario, esortando i partner internazionali a partecipare. Il programma mira a garantire gli approvvigionamenti ai Paesi più a rischio a causa del conflitto, che di fatto ha bloccato le produzioni ed esportazioni di grano dall’Ucraina.