Guerra in Ucraina

Verso una tregua, ma con diffidenza. Ritirata o riposizionamento?

A Istanbul per Mosca “colloqui costruttivi”. Zelensky “segnali positivi, ma non mi fido”. Cauto il Pentagono. Accoglienza: 300 euro a ogni profugo

Verso una tregua, ma con diffidenza. Ritirata o riposizionamento?

I negoziati proseguono: le delegazioni si sono date un nuovo appuntamento, dopo ore di mediazioni che sembrano aprire la strada da un’intesa: “È stato raggiunto il più significativo progresso” ha commentato Cavusoglu, ministro degli Esteri della Turchia che ha ospitato il primo round di incontri. Ma mentre si attendono nuovi sviluppi, dagli Usa arriva un avvertimento ai cittadini americani a lasciare la Russia: “Mosca potrebbe trattenervi”.

 

Ritirata o riposizionamento delle truppe russe?

Mosca ha annunciato una riduzione sostanziale dell’attività militare nella regione di Kiev-Chernihiv, pur avvertendo che “non si tratta di un cessate il fuoco". Alcuni mezzi sarebbero stati visti fare marcia indietro lungo le strade dalle quali erano giunti, ma Washington è scettica: "Non è un ritiro, solo un riposizionamento". Il presidente ucraino Zelensky, pur parlando di “segnali positivi dai negoziati”, chiarisce “I timidi segnali di pace di Mosca non zittiscono i proiettili russi”, spiegando: “Non tratteremo sull'integrità territoriale".

Kiev avrebbe intanto aperto alla neutralità, chiarendo di non voler entrare “nella Nato, ma la candidatura nell'Ue è irremovibile".

Il consigliere di Zelensky, Mikhailo Podolyak, ha anche dichiarato che "i colloqui di Istanbul tra Russia e Ucraina hanno dato risultati sufficienti per l'organizzazione di un faccia a faccia tra Putin e Zelensky".

Anche Mosca parla di "colloqui in fase concreta" e chiarisce di non avere “alcuna obiezione” all’ingresso di Kiev nell’Ue, ma non cede su Mariupol, ormai semidistrutta, che rappresenta un punto strategico per il collegamento tra le repubbliche separatiste del Donbass e la Crimea autoproclamata indipendente nel 2014, oltreché per il controllo sul mare d’Azov.

 

Piano profughi: 300 euro a chi trova una sistemazione autonoma

Nel frattempo in Italia il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha firmato un’ordinanza con le modalità di accoglienza e gli aiuti economici ai profughi. Per chi ha chiesto la protezione temporanea sono previsti 300 euro al mese, per tre mesi, in caso ci si trovi una sistemazione autonoma, che scendono a “150 per ciascun figlio di età inferiore ai 18 anni”. Si tratta di un “contributo di sostentamento” il cui beneficiario non potrà accedere "ad altre forme di assistenza alloggiativa". Potrà, invece, avere i fondi "in un'unica soluzione e in forma cumulativa", anche per due o tre mensilità, qualora i tempi delle domande dovessero prolungarsi oltre i 90 giorni dalla data di ingresso in Italia.

Sarà sufficiente rivolgersi a una banca, con un documento di identità e la ricevuta del permesso di protezione temporanea rilasciato dalla Questura competente, per ottenere il denaro in contanti. Il contributo sarà erogato anche nel caso in cui i profughi trovino lavoro, "per un periodo massimo di 60 giorni".

A chi è fuggito dalla guerra in Ucraina è garantita anche un'assistenza sanitaria identica a quella dei cittadini italiani, grazie al rilascio di un codice fiscale per accedere alle prestazioni sanitarie. Le Regioni saranno poi rimborsate con 1.520 forfettari per ciascun profugo, fino a un massimo di 100mila persone.

Con i Comuni e gli enti del Terzo Settore, invece, si lavora a una “accoglienza diffusa”, stabilendo criteri di accoglienza e tariffe massime pro capite al giorno, per ospitare fino a 15mila fuggitivi, tramite convenzioni che permetteranno alle associazioni e istituzioni di ricevere fino a 33 euro per ciascuna persona assistita.

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