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Il ricatto di Putin

La guerra economica di Mosca: gas pagato in rubli o interruzione

Il presidente Putin firma l’ordinanza: forniture pagate in moneta russa. La reazione Usa: più petrolio dalle riserve. Draghi: “Ci coordiniamo con l’Ue”

La guerra economica di Mosca: gas pagato in rubli o interruzione

Dopo le minacce, Mosca passa alle azioni concrete con il presidente russo, Vladimir Putin, che ha firmato un’ordinanza sull’export del gas che prevede il pagamento in rubli. Il decreto supererebbe – violandoli - gli accordi esistenti, più volte ricordati sia dal premier Mario Draghi, sia dagli altri leader europei. Ma il capo del Cremlino insiste: "Nessuno ci vende niente gratis e noi nemmeno faremo opere di beneficenza. Significa che i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti". Sempre Putin ha accusato "gli Usa" di spingere gli alleati europei “ad acquistare il gas americano più caro" rispetto a quello russo. Cosa succederà adesso.

 

Cosa prevede il decreto sul gas

Il provvedimento consente ai "Paesi ostili" di continuare a pagare il gas naturale in valuta straniera tramite una banca russa, che però provvederà a convertire il denaro in rubli. Secondo l'agenzia di stampa Ria Novosti, la Gazprombank aprirà una serie di conti speciali, in doppia valuta: per acquistare il gas i compratori dovranno averne due: uno in valuta straniera (come gli euro o dollari) e uno in rubli e la banca effettuerà la conversione al tasso del momento.

 

La reazione europea

Dura la reazione europea con il cancelliere tedesco Scholz che, in una telefonata con il presidente russo Putin, ha spiegato di aver chiarito che “rimarrà così. Le imprese potranno pagare, vorranno pagare e pagheranno in euro". Lo stesso capo del governo tedesco ha parlato anche con Draghi, concordando sull’esigenza di mantenere le sanzioni. Germania e Francia, però, si preparano anche all’eventualità di un taglio alle forniture russe e "si coordineranno in modo stretto e quotidiano per reagire all'aumento dei prezzi e allo shock energetico. Siamo determinati a proteggere le imprese e i bilanci privati".

 Dal canto suo l'Italia applicherà le linee concordate a livello europeo: Palazzo Chigi spiega che la Commissione europea sta studiando come interpretare il decreto russo confermando che al momento i pagamenti possono continuare a essere effettuati in euro e in rubli. Per il commissario Ue al Commercio, Paolo Gentiloni, “ci sono due cose da dire. Primo: i contratti devono essere rispettati e nei contratti esistenti non c'è obbligo di pagare in rubli. Secondo: non ci faremo ricattare da Mosca".

 

La black list dei “Paesi ostili” si allunga

Intanto il Cremlino ha aggiornato la lista dei cosiddetti “Paesi ostili” a Mosca: oltre a quelli europei, ci sono Australia, Albania, Andorra, Regno Unito (tra cui Jersey, Anguilla, Isole Vergini britanniche e Gibilterra, Islanda, Canada, Liechtenstein, Micronesia, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica di Corea, San Marino, Macedonia del Nord, Singapore, USA, Taiwan (Cina), Ucraina, Montenegro, Svizzera e Giappone.

 

Usa, via libera al petrolio dalle riserve

Intanto si corre ai ripari anche sul fronte del petrolio e anche negli Usa, con l’amministrazione Biden che ha deciso di sbloccare circa un milione di barili di petrolio al giorno dalle proprie riserve strategiche per compensare i problemi di fornitura russa. Si tratta di 180 milioni di barili al giorno, equivalenti a un periodo di circa sei mesi, disponibili in alcuni mesi, quando la produzione raggiungerà i livelli annunciati. Immediata la reazione all’annuncio del presidente Biden: il valore del petrolio è sceso bruscamente, chiudendo con un calo del 6,22% alla borsa di New York (a 101,11 dollari al barile). Recupera, invece, il rublo tornando ai valori precedenti alla guerra in Ucraina, a quota 76 contro il dollaro.

 

La Russia guarda a India e Arabia Saudita

Intanto Mosca punta a nuove relazioni più salde non solo con Pechino, ma anche con Nuova Dehli e Riyadh. L’Opec+, il cartello di cui fa parte anche la Russia, si riunisce giovedì, ma ci si aspetta un aumento dell’offerta di petrolio molto contenuto. In questo senso il Cremlino potrebbe contare su un appoggio indiretto dell’Arabia Saudita, mentre stringe relazioni più serrate con l’India: il ministro degli esteri russo, infatti, è volato nella capitale del Paese per un incontro ufficiale con l’omologo indiano.

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