
“Putin è un killer” ha tuonato un anno fa il presidente americano, Joe Biden, che poi ha rincarato definendolo un “criminale” e infine un “macellaio”. Nel frattempo si sono fatte speculazioni sullo stato di salute del capo del Cremlino, ipotizzando una malattia, più o meno serie. E mentre c’è chi lo accusa di “paranoie da Kgb” che non si fiderebbe di nessuno, c’è anche chi ha analizzato i filmati nei quali è comparso di recente, ipotizzando che il presidente russo possa soffrire di timore alla tiroide. Il segnale? Un ingrossamento (anomalo?) del collo e la vicinanza con un team di medici specializzati in questi tipo di cancro.
Putin e il tumore alla tiroide: cosa c’è di vero
Ad avanzare l’ipotesi sono i giornalisti di The Project, un media indipendente russo, che avrebbero avuto accesso a una serie di documenti ufficiali e in particolare dall’elenco dei medici che seguirebbero il capo del Cremlino. Inoltre, analizzando i comportamenti di Vladimir Putin fin dal periodo di lockdown e pandemia Covid, avrebbero tratto indizi sul fatto che il presidente russo potrebbe essere in cura per un tumore alla tiroide, anche a causa di un presunto ingrossamento anomalo del collo.
Gli indizi
Nei vent’anni circa da cui Putin è alla guida della Russia ha abituato a fare sfoggio della sua prestanza fisica, mostrandosi anche a petto nudo o impegnato in attività sportive e di caccia. Tempo fa era anche trapelata l’indiscrezione secondo cui non disdegnerebbe bagni nel sangue di cervo per temprare il proprio corpo. Difficile stabilire quanto di vero ci sia. Ciò che è inconfutabile è che il capo del Cremlino, come tutti i leader mondiali, è seguito da un team di medici. Sono partiti da qui i reporter di The Project, per risalire alla composizione della squadra di esperti, di cui farebbe parte anche Dmitry Verbovoy, esperto di malattie acute, ferite e avvelenamenti, che avrebbe stretto un’amicizia personale con Putin e che lavora nella clinica Cchp, a Kuntsevo, a ovest di Mosca, dove si trova anche un reparto che ospita pazienti che necessitano di un trattamento di massima discrezione. Secondo The Project dal 2017 le visite tra Verbovoy e Putin si sarebbe intensificate, diventando regolari.
Ad alimentare nuovi sospetti sulle condizioni di salute del capo del Cremlino sarebbe i lunghi periodi nei quali Putin non sarebbe apparsi in pubblico, probabilmente perché sotto cura. Il giornale, ad esempio, cita fin da novembre 2016, una trasferta di una settimana a Sochi, dove si era recato anche un team di medici (neourochirurghi e rianimatori) della clinica Cchp.
I medici di Putin e l’ipotesi del tumore
Proprio analizzando le trasferte dei medici della rinomata clinica, The Project avrebbe notato che tra gli specilisti che incontrano maggiormente il presidente russo ci sono gli otorinolaringoiatri Lor Shcheglov e Igor Esakov, e il chirurgo Yevgeny Selivanov: "Shcheglov è volato da Putin a Sochi 59 volte in quattro anni ed è rimasto con lui per 282 giorni. Selivanov 35 volte e per 166 giorni" riporta il quotidiano, che chiarisce che Selivanov "è un chirurgo, almeno fino a poco tempo fa specializzato in oncologia" e in particolare in "cancro alla tiroide nei pazienti anziani". Lor Shcheglov è anche un chirurgo, e "segue Putin così incessantemente che durante gli eventi pubblici è spesso ripreso in foto con il capo dello Stato". Come riferisce Today, “Suo padre è stato di recente nominato deputato della Duma con Russia Unita, il partito di Putin.
Niente incontri per Putin in pandemia
Da qui la deduzione, che al momento, però, resta tale mentre è un fatto che Putin per tutta la pandemia abbia evitato incontri. "Dopo un lungo periodo di isolamento", il leader russo ha ripreso i contatti incontrando lo scorso settembre un gruppo di atleti, per poi tornare in isolamento e limitarsi a videoconferenze. Solo di recente ha ricevuto il presidente francese, Emmanuele Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ma a grande distanza (non così, però, per il presidente Bolsonaro). Secondo The Project, il motivo sarebbe il timore tipico degli immunodepressi di potersi ammalare a causa delle basse difese immunitarie, come accade ai malati di tumore.