Il peso dell’energia

Stop a condizionatori e limiti ai consumi, l’alternativa al gas russo

Il governo approva il Def ma la guerra in Ucraina sta cambiando il mondo. Draghi avverte: “essere realisti”. E si rivolge direttamente a ciascuno di noi

Stop a condizionatori e limiti ai consumi, l’alternativa al gas russo

Come previsto il ‘tesoretto’ messo da parte dal governo per sostenere le famiglie e le imprese ammonta a circa 5 miliardi di euro. E come non previsto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento di Economia e Finanza prima del 10 aprile e senza nessuno slittamento verso Pasqua. Tempi di presentazione a parte è il contenuto del Def che fa riflettere sulla difficile congiuntura che il Paese e il resto del mondo stanno vivendo.

 

I dati gelano la ripresa e l’esecutivo di Mario Draghi ne ha dovuto rendere conto nel principale documento di programmazione economica e finanziaria. Dal caro energia all’aumento generalizzato dei prezzi dei beni di uso comune, dalla guerra in Ucraina a quella del gas di cui la Russia rifornisce l’Europa per il 40% del suo fabbisogno, molteplici sono i fattori che hanno costretto il ministero dell’Economia a ritoccare stime e previsioni. L’inflazione morde e sfiora il 7% e nessuno è in grado di dire quanto durerà, con tutto ciò che ne consegue sul potere d’acquisto dei salari e sui redditi da lavoro.

 

Mario Draghi ammette: la guerra ha causato “un peggioramento delle prospettive di crescita e uno choc comune”. Poi, nel corso della conferenza stampa convocata da Palazzo Chigi, aggiunge: “Preferite la pace o i condizionatori accesi per tutta l’estate?”. Il premier non rinuncia a dare un messaggio di fiducia e insiste sull’importanza “dell’unità di intenti”. Chiama in causa i partiti della maggioranza, molti dei quali hanno criticato la scelta di non varare un nuovo scostamento di bilancio e che considerano “insufficienti” i 5 miliardi messi a disposizione per gli aiuti. Ma non parla solo a loro: il messaggio che arriva forte è che tutti sono chiamati a dei sacrifici.

 

Come abbiamo scritto su questo giornale qualche giorno fa sul piatto della bilancia, da un lato, c’è una guerra, l’invasione di uno stato sovrano, ci sono stragi e crimini di guerra di un’efferatezza inenarrabile, dall’altro ci sono le sanzioni economiche. Ebbene, la più dura potrebbe essere lo stop all’import del gas russo, che porta con sé necessariamente un periodo di austerity energetica. Questo significa per la collettività essere disposti a delle rinunce, come fare a meno nella stagione estiva dell’uso dei condizionatori. Quella di Draghi è stata una provocazione, ma nemmeno tanto. Consumare meno energia significa cambiare abitudini nelle nostre case anche per consentire il risparmio di consumi e l’utilizzo di energia dove più serve. Per dipendere meno dalla Russia e togliere a Putin le risorse che finanziano la sua guerra.

 

Nel Def ci sono anche le deleghe collegate alla prossima manovra economica e in parte all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il clima tra i partiti di maggioranza non è dei migliori. Lega e Forza Italia sulla delega fiscale vogliono che sia messo nero su bianco che non ci saranno aumenti di tasse. In Commissione hanno dato battaglia ma il confronto sta mettendo in evidenza vecchi e nuovi malumori. Anche sulla guerra i distinguo degli ultimi giorni della Lega e le sortite di Giuseppe Conte per i Cinque Stelle indicano che la strada del governo è irta di ostacoli. Il traguardo dei partiti sono le politiche di inizio 2023 con tappa a giugno, quando ci sarà il voto amministrativo.

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