La guerra di cui non si vede la fine

Ucraina, Von der Leyen a Bucha nel giorno della strage di Kramatorsk

La presidente raggiunge con Borrell Kiev e la cittadina a nord-ovest della capitale. Il sostegno dell’Ue a Zelensky. Orrore per l’ennesimo massacro

Ucraina, Von der Leyen a Bucha nel giorno della strage di Kramatorsk

La visita di Ursula Von der Leyen e di Josep Borrell in Ucraina cade in una giornata funestata dall’ennesima strage di civili. L’attacco alla stazione di Kramatorsk,nel Donbass, inorridisce e lascia l’Europa e il mondo sgomenti. Migliaia di persone in fuga dalla regione affollavano l’importante stazione quando un missile russo ha colpito, causando la morte di 50 persone e ferendone centinaia. Nelle stesse ore la presidente della Commissione europea e l’Alto rappresentante per la politica si trovavano a Kiev per incontrare il presidente Zelensky e poi a Bucha, la città diventata suo malgrado simbolo dell’efferatezza dell’invasione russa e dell’uccisione di cittadini inermi. 

 

La Von der Leyen è “sconvolta per l’attacco missilistico” che definisce “spregevole”. La notizia della stazione utilizzata per l’evacuazione dei civili rasa al suolo nel momento in cui era piena di gente provoca angoscia, lascia esterrefatti. Allo stesso tempo rende la presenza dei vertici di Bruxelles in Ucraina e l’omaggio rivolto alle vittime di Bucha ancora più significativi. Di fronte alla devastazione e ai corpi senza vita delle vittime, chiusi in sacchi neri e ammassati in fosse comuni, i visi della delegazione sono scuri, stravolti.

 

Poco dopo, in un punto stampa, la presidente ammette: “Qui è successo l'impensabile. Abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Putin, la sconsideratezza e la spietatezza di chi ha occupato la città. Qui a Bucha abbiamo visto l’umanità andare in frantumi”. L’Unione Europea ha voluto portare il suo sostegno agli ucraini, ribadire la vicinanza alla popolazione e alle istituzioni.  Pochi giorni fa era stata la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola a raggiungere Kiev e ad incontrare Zelensky. Come lei Von der Leyen e Borrell hanno impiegato più di dodici ore per raggiungere la capitale. “Il nostro messaggio”, ha detto l’Alto rappresentante, vuole essere che “l’Ucraina ha il controllo del suo territorio, delle sue infrastrutture”.

 

Quarantaquattresimo giorno di guerra e la violenza russa non arretra, mentre vengono alla luce i massacri di queste settimane e di nuovi se ne compiono, proprio come ieri a Kramatorsk. Senza dubbio la solidarietà e la testimonianza delle massime autorità dell’Unione Europea non è un fatto banale. C’è da sottolineare anche che la Commissione sta accelerando le procedure per la presentazione della domanda di adesione dell’Ucraina da sottoporre al Consiglio Ue. Il Vecchio Continente vorrebbe far sentire la sua voce in un conflitto in cui Usa e Cina sono le due superpotenze con il ruolo principale nei confronti della Russia, ma rischia di rimanere schiacciato. La verità è che di questa guerra non si vede la fine: i negoziati non fanno passi avanti, i Ventisette non mostrano unità di intenti sulle sanzioni sui combustibili russi e Putin non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi.

 

“La Russia ha lanciato tutte le forze combattenti del suo esercito da tutto il suo territorio fino all’estremo oriente per impadronirsi dell’Ucraina, ma non sono bastate”, ha detto Zelensky durante il suo intervento al Parlamento finlandese. “Ecco perché sta radunando quante più persone possibili in grado di impugnare armi per continuare l’aggressione contro di noi, cercando mercenari in tutto il mondo, inviando militanti di vari gruppi terroristici di fatto e cosiddetti eserciti privati”. 

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