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i generali di Putin

Morsa su Mariupol, perché e chi decide le sorti della guerra a sud

I filorussi conquistano il porto della città. Putin punta sul suo generale fedelissimo, Mikhail Mizintsev. Gli Usa temono anche Alexander Dvornikov

Morsa su Mariupol, perché e chi decide le sorti della guerra a sud

“Il porto di Mariupol è stato liberato”: è quanto ha affermato il capo della repubblica separatista filo-russa di Donetsk, nel Donbass. Ma non ha tardato ad arrivare la risposta da parte del comandante delle forze armate ucraine, secondi cui "La difesa di Mariupol continua".

A preoccupare sono le parole del sindaco della città, che parla di "oltre 10mila morti durante l'assedio", mentre per il battaglione di estrema destra ucraino Azov "I russi hanno usato sostanza tossica".

Secondo le autorità governative, intanto, sono 33mila gli abitanti di Mariupol deportati con la forza in Russia e nei distretti temporaneamente occupati della regione di Donetsk.

Ma le attenzioni sono puntate su due generali russi, ecco chi sono.

Obiettivo russo: la conquista di Mariupol

"Ci sarà un'offensiva. Non solo su Mariupol, ma anche su altri luoghi, città e villaggi. In primo luogo libereremo completamente Lugansk e Donetsk, e poi prenderemo Kiev e tutte le altre città". A dirlo Ramzan Kadyrov, capo della repubblica russa della Cecenia e comandante delle milizie cecene impegnate nella guerra in Ucraina, in un video pubblicato sul suo canale Telegram, poi citato dal Guardian. Le forze armate di Mosca stanno concentrando i propri sforzi nel sud e nell’est dell’Ucraina, in particolare da Odessa al Donbass.

Le immagini satellitari mostrano centinaia di veicoli militari in movimento, con una colonna lunga oltre 12 km, mentre su Twitter il DefenceHQ - il canale di notizie ufficiale del ministero della Difesa britannica - conferma che il conflitto si sta concentrando nell'est del Paese.

 

Chi è Mizintsev, il “macellaio di Mariupol”

Se a capo delle forze di Mosca c’è ora il generale Alexander Dvornikov, che guida il Distretto militare del Sud, è Mikhail Mizintsev l’altro alto ufficiale sul quale punta Putin per la vittoria militare a Mariupol, dopo che le forze filorusse ne hanno conquistato il porto. Mizintsev è il secondo uomo più alto in grado all’interno delle Forze armate russe, considerato vicino al presidente russo e già destinatario di sanzioni occidentali. Ma soprattutto è considerato “il macellaio di Mariupol”. Ha 59 anni ed è alla guida del National Defense Control Center (NDCC), il Centro nazionale di comando della Difesa. È lui che, qualche giorno fa, ha lanciato l’ultimatum alla città nel sud dell’Ucraina, esortando: “Deponete le armi. A tutti coloro che lo faranno sarà garantito un passaggio sicuro fuori dalla città. Le autorità cittadine hanno l’occasione di prendere una decisione e schierarsi con la gente. In caso contrario, il tribunale militare che li attende sarà solo una piccola parte di ciò che si meritano per i terribili crimini commessi che la parte russa sta documentando con attenzione”.

 

Allarme Use sul generale Dvornikov

Intanto preoccupa anche la decisione di nominare il generale Alexander Dvornikov come nuovo comandante delle forze russe in Ucraina. Già protagonisti dei più duri attacchi di Mosca in Siria, secondo gli Usa con lui "probabilmente" avremo "un'altra pagine dello stesso libro della brutalità russa". Lo ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando che "lui ed altri vertici militari russi hanno mostrato di non curarsi di evitare di danneggiare civili, la loro mancanza di rispetto per le leggi della guerra, dei conflitti armati e la brutalità con cui conducono le loro operazioni". "Possiamo affermare con certezza sulla base di quello che abbiamo visto in passato - ha concluso - che probabilmente volteremo un'altra pagina dello stesso libro della brutalità russa".

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