l’eco della guerra

La Via Crucis della discordia. Kiev dice “no” alla famiglia russa

L’ambasciata ucraina presso la Santa Sede contesta la decisione del Vaticano. Una famiglia ucraina e una russa dovrebbero portare la croce insieme

La Via Crucis della discordia. Kiev dice “no” alla famiglia russa

È una Pasqua “avvelenata” quella che si prepara anche all’ombra della Croce, pronta a tornare ad essere portata per le vie di Roma con la Via Crucis, che mancava da due anni a causa della pandemia Covid. L’eco del conflitto in Ucraina è arrivato fino alla Capitale e al Vaticano, agitando le acque.

Tutto è iniziato con la protesta dell’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede alla decisione vaticana di far portare insieme la croce a una famiglia ucraina e una russa in occasione della processione del Venerdì Santo al Colosseo, presieduta dal Papa.

 

Kiev contesta il Vaticano

"L'Ambasciata ucraina presso la Santa Sede capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull'idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la Croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo", ha twittato l'ambasciatore Andrii Yurash. "Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze", ha aggiunto il rappresentante del Governo di Kiev, con un gesto che però ha destato stupore e qualche imbarazzo in Vaticano. Un gesto mai avvenuto prima, che appare “forzato” soprattutto di fronte ai tentativi del Pontefice di portare dialogo e pace in Ucraina.

 

La scelta del Santo Padre

L’iniziativa di far portare la croce a una famiglia russa e una famiglia ucraina riguarda la 13esima e penultima tappa della processione, in programma venerdì 15 aprile. La Santa Sede aveva ricordato che la scelta arriva in occasione dell'attuale anno della famiglia - Amoris laetitia. Papa Francesco ha affidato ad un gruppo di famiglie – in tutto 14 - la stesura delle meditazioni. Nelle intenzioni del Vaticano c’è la volontà di lanciare un messaggio di unione, proprio associato dalla tappa in cui "Gesù muore sulla croce", in modo da offrire lo spunto per nuove riflessioni, nello spirito della Pasqua e dunque della pacificazione.

 

La meditazione delle famiglie

Nella meditazione pensata da Papa Francesco, infatti, si leggono una serie di interrogativi attuali: "La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L'esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d'inverno, l'andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore - è il grido delle due famiglie dei Paesi in guerra - Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?'".

Infine, la domanda: "Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare", si legge ancora nella meditazione.

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