La guerra di Putin

Ucraina, Zelensky: “Mosca ci aveva dato 5 giorni, resistiamo da 50”

I russi cambiano ancora strategia e annunciano l’aumento degli attacchi missilistici su Kiev. Mariupol combatte ancora, la città è allo stremo ma resiste

Ucraina, Zelensky: “Mosca ci aveva dato 5 giorni, resistiamo da 50”

"Abbiamo già resistito 50 giorni. Cinquanta giorni di invasione russa, anche se gli occupanti ci avevano dato un massimo di cinque”. Valodymyr Zelensky nel suo ultimo discorso ha sottolineato che “l'Ucraina è diventata un eroe per tutto il mondo libero”. Ma del conflitto non si vede la fine. Dopo l’affondamento della nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, l’incrociatore Moskva, ci si aspetta la reazione feroce di Putin. Il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, ha dichiarato che l’esercito russo avrebbe colpito a Kiev una fabbrica di armi con missili partiti dal mare. La Russia annuncia l’aumento degli attacchi missilistici sulla capitale. Questo significa che sta riaprendo il fronte occidentale e che non si concentrerà solo sul Donbass e a sud, come invece ha lasciato credere nelle ultime settimane.

 

Quello che è certo è che la tensione è salita ulteriormente e ogni tentativo di negoziato è rimasto una speranza remota, almeno in questa fase. Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, insiste che “bisogna far ripartire il processo di dialogo”, ma osserva anche che “Zelensky ha fatto delle aperture importanti, ora è Putin che deve parlare”. L’autocrate “non sta dando segnali di pace quando dice che devono completare le operazioni”. Dunque, chi sperava in una tregua almeno nei giorni della Pasqua, che per i cristiani ortodossi cade il 24 aprile, è destinato a rimanere deluso.

 

La guerra non solo non si ferma, ma gli ucraini si attendono un’escalation nei prossimi giorni e una reazione maggiormente aggressiva da parte delle truppe russe, sempre più in difficoltà sia da terra che da mare. Il fallimento della strategia militare di Mosca che aveva indotto i vertici militari a ordinare il ritiro dall’Ucraina occidentale pesa come un macigno sul Cremlino. Che ora ha deciso di colpire di nuovo Kiev, accusando l’Ucraina di aver inviato elicotteri in territorio russo e bombardato centri abitati. Da giorni, tuttavia, il grosso delle truppe si è spostato al confine orientale, non senza aver lasciato dietro di sé massacri e violenze inenarrabili. Ma oltre alla regione del Donbass Mosca vuole a tutti i costi lo sbocco sul mare d’Azov e sul Mare Nero. Mariupol è assediata da settimane, una città fantasma di cui resta molto poco, mentre i morti sotto le macerie sarebbero decine di migliaia. La città è allo stremo delle forze ma resiste. Anche Odessa è sotto attacco, ma la controffensiva non si ferma. Un segnale importantissimo visto che la maggior parte della popolazione è russofona.

 

Ma più Putin è alle strette più potrebbe compiere azioni estreme. I servizi americani avvertono sul pericolo dell’uso di armi atomiche da parte dei russi, dopo aver usato quelle chimiche. Dato che la maggior parte degli osservatori internazionali dà ormai per scontato. Intanto, si moltiplicano gli appelli del presidente Zelensky per avere più armi e per accelerare sull’embargo Ue ai combustibili russi. Forti critiche sono arrivate dal leader ucraino verso i Paesi europei che continuano ad acquistare petrolio russo, come Germania e Ungheria, denunciando che “bloccano gli sforzi per un embargo sulle vendite di energia”.

 

Putin proprio ieri ha provocato l’Ue e ha detto: “Adesso non c’è possibilità di sostituire il gas russo in Europa”. Toni di sfida verso il Vecchio Continente che ancora dipende per il 40 per cento dal combustibile fossile che arriva prevalentemente dalle riserve siberiane. L’Ue non rinuncia all’ipotesi dell’embargo totale che potrebbe arrivare gradualmente, per non mettere in difficoltà i Paesi che più dipendono dal colosso Gazprom, interamente controllato dal governo di Mosca.

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