Brindisi di Pasqua “amaro”

Pasqua, è boom per il vino “Made in Italy”. Ma la guerra preoccupa

L’export delle bollicine italiane tocca un record, con un + 12%, ma il conflitto rischia di penalizzare i produttori italiani che vendono vini a Mosca

Pasqua, è boom per il vino “Made in Italy”. Ma la guerra preoccupa

Uova di cioccolato, colomba e un bicchiere di vino, che sia rigorosamente italiano. In molti celebrano così la Pasqua, ma proprio riguardo al “brindisi” arrivano due notizie contrastanti: da un lato il boom delle esportazioni di vino italiano, in particolare spumante; dall’altro i rischi che la guerra in Ucraina possano rovinare il mercato e in special modo l’export.

La crescita delle vendite rispetto allo scorso anno, infatti, è a due cifre: ben il 12% in più rispetto al 2021, ma il conflitto in corso da ormai quasi due mesi rischia di “guastare la festa”.

 

Boom per le bollicine “Made in Italy”

Le buone notizie sono arrivate da quello che è l’appuntamento forse più atteso da tutti gli operatori del settore. La produzione ha segnato un incremento del 12% in valore nel 2021, soprattutto grazie al progressivo allentamento delle restrizioni, che ha permesso di far ripartire le attività, sia nell’ambito della ristorazione che dell’esportazione. A spiegarlo è stata la Coldiretti, analizzando i dati Istat in occasione del Vinitaly, il tradizionale salone a Verona.

Secondo l’associazione l’export ha raggiunto il record storico di 7,1 miliardi, anche se questo dato rischia di non essere confermato nelle prossime rilevazioni, a causa delle sanzioni e delle ripercussioni della guerra in Ucraina in genere.

 

Il rischio di bloccare l’export

Quasi la metà della produzione “Made in Italy”, infatti, è destinata al mercato estero e quello russo ne rappresenta una grossa fetta. Secondo le stime, le esportazioni verso Mosca e dintorni valgono circa 150 milioni di euro, in crescita nel 2021 del 18% rispetto al 2020. L’Italia garantisce da sola un terzo (30%) delle forniture di vino alla Russia, seguita da Francia e Spagna. Le sanzioni europee, però, hanno preso di mira le vendite di prodotti vinicoli di alto valore, in particolare sopra i 300 euro ad articolo.

Tra questi figurano alcuni tra i vini italiani più noti e pregiati, come alcune bottiglie di Sassicaia, Barolo, Amarone, Brunello di Montalcino, come ricordato da Coldiretti. Tra le altre specialità italiane a poter subire gli effetti delle restrizioni ci sono anche il Prosecco, che nel 2021 aveva segnato +55%, l’Asti e i Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti.

In molti casi si registrano già difficoltà nei pagamenti, con differimenti o persino annullamenti. Da qui i timori.

 

Gli altri mercati esteri

A rinfrancare, però, soprattutto in concomitanza con la Pasqua, ci sono i dati di vendita anche su altri mercati stranieri. Sempre secondo Coldiretti, infatti, i migliori risultati si sono registrati negli Stati Uniti, con una crescita delle vendite del 33% nelle vendite, e in Francia, con un +23%.

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