La guerra in Ucraina

Guterres vola a Mosca, l’Onu prova a recuperare il suo ruolo

Il segretario delle Nazioni Unite incontra il ministro russo Lavrov e chiede “una tregua il prima possibile”. In Germania summit di 40 ministri della Difesa

Guterres vola a Mosca, l’Onu prova a recuperare il suo ruolo

Ore forse cruciali di una guerra di cui non si conoscono più nemmeno gli obiettivi di chi l’ha provocata. Gli scenari in Ucraina mutano di giorno in giorno e l’imprevedibilità del Cremlino rende difficile fare qualunque previsione. Questa però è la giornata dell’incontro a Mosca del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, e con Vladimir Putin. Al termine del faccia a faccia Guterres spiega: “E’ chiaro che ci sono due posizioni diverse. Secondo la Federazione russa quello che sta avvenendo è un’operazione militare speciale con un obiettivo non ancora annunciato. Per le Nazioni Unite l’invasione russa dell'Ucraina è una violazione dell'integrità territoriale. Tuttavia sono fortemente convinto che prima si mette fine alla guerra meglio sarà per tutti. Siamo interessati a trovare i modi per creare le condizioni di un cessate il fuoco in Ucraina il prima possibile”. 

 

Ai vertici dell’Onu c’è grande apprensione per la guerra, in questi frangenti soprattutto per Mariupol dove, sottolinea il segretario del Palazzo di Vetro, “la situazione è preoccupante, serve un lavoro coordinato per consentire le evacuazioni sicure. I corridoi umanitari sono necessari e devono essere rispettati da tutti”. L’alto diplomatico portoghese propone “un gruppo di contatto umanitario con Russia e Ucraina” e dichiara che le Nazioni Unite sono pronte a “mobilitare risorse per salvare vite a Mariupol”. Dopo le accuse di immobilismo e impotenza mosse all’Onu da molti Paesi, la presenza del segretario generale nella capitale russa vuole essere un segnale tangibile del ruolo del più importante organismo internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale nella drammatica crisi ucraina. 

 

Nella conferenza stampa dopo l’incontro, Lavrov fa sapere che la Russia “è pronta alla ripresa dei negoziati se ci saranno idee interessanti”. Non è chiaro quali potrebbero essere le “idee” che possano convincere Mosca a riprendere il dialogo con Kiev. In ogni caso, le parole del ministro di Putin lasciano il tempo che trovano. Lavrov annuncia anche che la Russia non voterà per l’abolizione del diritto di veto su cui oggi all’Assemblea generale dell’Onu si discute una risoluzione: “Il diritto di veto resterà, è uno dei pilastri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.

 

Ma questa è anche la giornata in cui a Ramstein, in Germania, si sono dati appuntamento i ministri della Difesa di 40 Paesi, compreso quello di Kiev. “L'urgenza della situazione è nota a tutti. E noi possiamo fare di più”, dichiara in apertura del vertice in favore dell’Ucraina il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin. “C’è un senso di urgenza che tutti comprendiamo, faremo il possibile compresa la mobilitazione della nostra base industriale”. Intanto proprio Berlino rende noto l’invio di carri armati per la resistenza dei territori occupati e conferma che lavorerà “insieme agli amici americani nell’addestramento di truppe ucraine ai sistemi di artiglieria su suolo tedesco”. 

 

Anche Ankara torna a muoversi in queste ore. Il presidente, Recep Tayyp Erdogan, durante un colloquio telefonico con Putin ribadisce che “la Turchia continuerà a fare tutto il possibile per fermare questo corso degli eventi che danneggia tutti e per garantire una pace duratura”. 

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