
“Al momento nessuna delle teorie formulate sull’origine" dei casi di epatite acuta sviluppata da pazienti in età pediatrica "ha avuto un riscontro attraverso evidenze scientifiche". La precisazione è arrivata dall’Istituto Superiore di Sanità in un focus dedicato a questa patologia e dopo l’allarme scattato nei giorni scorsi per i primi casi segnalati anche in Italia.
Il ministero della Salute ha diramato un’allerta affinché i pediatri prestino attenzione e monitorino gli eventuali casi, particolarmente diffusi, al momento, nel Regno Unito.
Iss: “Si indaga sulle cause sconosciute”
Secondo l'Iss "ogni anno in Italia, come negli altri paesi, si verifica un certo numero di epatiti con causa sconosciuta e sono in corso monitoraggi per capire se ci sia un effettivo rialzo nella casistica.
Al momento, però, sarebbe escluso un nesso tra epatiti e vaccinazioni per il Covid, che sarebbero escluse per via dall’età dei bambini colpiti da infiammazioni acute del fegato, non sottoposti a vaccinazione per motivi anagrafici (al di sotto dei cinque anni). “L'ipotesi che sia un adenovirus a causare le epatiti, avanzata da qualche ricercatore, è di per sé improbabile, in quanto questo tipo di virus normalmente non è associato a malattie epatiche” afferma l'Istituto superiore di sanità nella nota.
Il covid non c’entra
"Le indagini microbiologiche hanno escluso virus dell’epatite A, B, C, D ed E in tutti i casi - chiarisce l'Iss. - Tra 13 casi notificati dalla Scozia, per cui sono disponibili informazioni di dettaglio sul testing, 3 avevano una infezione confermata da Sars-CoV2, 5 erano negativi e 2 avevano avuto una infezione da Sars-CoV-2 tre mesi prima. 5 casi avevano un test positivo per adenovirus tra gli 11 dei 13 casi per cui erano disponibili dati su questo tipo di test".
L’adenovirus e i vaccini AstraZeneca e J&J
Un altro motivo di indagini ha riguardato la possibilità che l'adenovirus, contenuto nei vaccini a vettore adenovirale anti Sars-Cov-2 utilizzati in alcuni Paesi (in Italia AstraZeneca e Janssen-J&J), è geneticamente modificato in modo da non replicare nelle cellule del nostro organismo. Allo stato attuale delle conoscenze, però, sarebbe esclusa l’ipotesi di ricombinazione tra adenovirus circolanti e ceppo vaccinale. Fenomeni del genere, infatti, potrebbero avvenire solo in caso di rimescolamento di geni tra virus, durante la riproduzione: un meccanismo che ad oggi non sarebbe possibile per il vettore utilizzato per la vaccinazione.
L’ipotesi delle sostanze tossiche
Come chiarisce l’Istituto Superiore di Sanità, “Inizialmente il team di indagine nel Regno Unito proponeva una eziologia infettiva o una possibile esposizione a sostanze tossiche. Informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario relativo a cibi, bevande, abitudini personali dei casi non hanno evidenziato esposizioni comuni. Le indagini tossicologiche sono in corso, ma una eziologia infettiva sembra essere più probabile in base al quadro epidemiologico e clinico” si legge nel documento dell’ISS.
I casi segnalati finora
L’allarme è scattato il 5 aprile scorso, quando il Regno Unito ha notificato un aumento nel numero di casi di epatite in bambini precedentemente sani sotto i 10 anni. Alla data del 12 aprile erano stati identificati circa 61 casi sotto indagine in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, la maggior parte di età compresa tra 2 e 5 anni.
Il 14 aprile, la Scozia ha conteggiati 13 casi sospetti. Al 21 aprile 2022, casi di epatite acute in bambini sono stati segnalati in Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Olanda, Romania, Spagna, potenzialmente in Svezia, il 19 aprile in Israele (12 casi) e il 20 aprile in Italia (4 casi). La maggior parte dei paesi riporta un numero di casi limitato, con l’unica eccezione del Regno Unito che, al 21 aprile 2022, aveva identificato oltre 100 bambini di età inferiore a 10 anni con epatite acuta sconosciuta.
In alcuni casi si è reso necessario un trapianto di fegato, come accaduto in un bambino di 11 anni anche in Italia, ora in via di guarigione.
I sintomi più chiari di malattia rimangono un aumento delle transaminasi, ittero (colore giallastra della pelle e della sclera dell’occhio, dolore all’addome, diarrea e vomito.