Conference League

Scatta l’ora della Conference: Roma gloriosa per la semifinale inglese

I giallorossi vogliono scrivere una nuova pagina di storia in questo primo round con il Leicester. Mou prepara gli undici migliori, aspettando l’Olimpico

Scatta l’ora della Conference: Roma gloriosa per la semifinale inglese

Torna la settimana europea di coppa, dove pian piano si avvicinano le fasi finali: tra le italiane è rimasta la Roma, che a distanza di tre anni torna a giocare una semifinale internazionale. Questo giovedì infatti scende in campo in terra Britannica, più precisamente a Leicester, dove vi è un clima di grande tensione, vista la spinta calorosa delle due tifoserie.

 

In terra capitolina l’Olimpico è già sold out, nonostante la sfida si giochi tra una settimana. Da anni non si respira l’emozione di poter finalmente alzare un trofeo importante, come la Conference League, che ha portato grande entusiasmo al mondo del calcio, seppur fosse molto criticata inizialmente. Alcuni club si stanno rimettendo in luce, sfruttando la possibilità di sfidare società dello stesso livello , avanzando nelle varie fasi della competizione.

 

Oltre a Leicester-Roma si svolge anche l’altra semifinale, tra Feyenoord e Marsiglia, con i francesi che sognano di tornare grandi, dopo diverse stagioni buie. Insomma alle battute finali vi è anche un pezzo d’Italia, che tiene alta la bandiera se consideriamo le prestazioni mediocri delle altre società nazionali in Champions o Europa League. Riportare una credibilità al nostro paese, nel confrontarsi con altri campionati è la chiave vincente per zittire le critiche sul livello del nostro torneo, ormai sottovalutato da molti club o giocatori. A livello di sorteggio non sono stati fortunati i capitolini, visto che le “Foxes” partono come favorite per la vittoria finale.

 

L’anima vincente dello “Special One” può realmente fare la differenza, specie nella gara di ritorno, in cui l’ambiente giallorosso si scalda per vedere una reazione di cuore da parte del gruppo, troppo altalenante in questi mesi. Mou si vuole confermare, necessita di una risposta immediata in Inghilterra, dove saranno presenti quasi 1600 cuori romani, pronti ad immergersi in una settimana storica per il club.

 

Roma, alzala per la gente

Ciò che ha maggiormente distinto i capitolini dal resto delle grandi squadre italiane, insieme al Milan, in questa stagione, è stato l’immenso pubblico che ha seguito i ragazzi dall’inizio alla fine, anche nei momenti più bui. La squadra non ha soddisfatto le attese di tutti, seppur ci sia stata una chiara evoluzione sia nei risultati, che nel gioco e questa coppa, può davvero essere la chiave per sbloccare un nuovo percorso vincenteMourinho conosce questo genere di gare, ha affrontato diverse semifinali, uscendo vincente in tante occasioni. Come insegnano le esperienze con Inter e Porto, non ha importanza il livello del gruppo, ma quanto realmente sia incisa la sua impronta emotiva sul gruppo. Nell’ultimo turno i capitolini si sono dimostrati inferiori sotto tutti i punti di vista e a livello mentale, hanno perso le staffe fin dal primo goal dei nerazzurri.

 

Si sono dimostrati fragili difensivamente, facendosi anche del male da soli, come nell’occasione del terzo goal. La questione con le big rimane complessa, viste le difficoltà che hanno nell’affrontare sfide di un certo calibro. Specie se si parla di club inglesi, con cui storicamente le italiane fanno fatica, soprattutto nel contenere le manovre offensive. Due tipologie di calcio molto distinte, che si diversificano nei dettagli dei singoli. La squadra di Mou può vantare un gruppo di talento, che vive diverse vittorie sulle giocate di alcune pedine chiave: sfruttare ad esempio i calci piazzati può essere una delle mosse su cui appoggiarsi. Non avere più la preoccupazione del goal in trasferta aiuta a tenere alte le possibilità di raggiungere la finale, visto che tre anni fa, a Liverpool, i capitolini hanno perso la gara già dall’andata, quando subirono troppe reti per poter pensare di ribaltare le sorti. La difesa deve mantenere stabilità, senza farsi punire su ingenuità singole, come è successo durante il percorso europeo (basti pensare alle partite con il Bodo, in cui l’eccessiva foga ha di fatto favorito il team tecnicamente più debole). Affidarsi ai migliori, per mettere in buca già dalla prima gara diverse certezze. Non subire goal, nel primo turno, fa la differenza nell’approcciare in maniera più offensiva il ritorno. Gli inglesi giocano lunghi e corrono più del pallone.

 

A livello fisico vi è una battaglia pronta a esplodere. A chi si affida allora lo Special One? Tra i pali sicuramente l’altalenante Rui Patricio, che tra errori e miracoli non da ancora le certezze di essere un muro imperforabile. Retroguardia a tre con Mancini, Smalling e Ibanez, mentre a metà campo ci penseranno Cristante e Pellegrini a schermare la difesa. Sulle corsie esterne Zalewski si vuole riscattare, dopo diversi errori con l’Inter. Dall’altra parte invece gioca Karsdorp. Sulla trequarti l’armeno Mkhitaryan, che accompagna le due punte, Zaniolo e Abraham

 

Foxes, che storia!

Il miracolo di Ranieri nel 2016 è stata una sorta di nascita per il Leicester, che da quel momento in poi si è evoluto, diventando una società che lotta ogni anno per giungere in Europa. Questa semifinale è un miracolo, che sottolinea però il grande lavoro fatto dal club, che con la valorizzazione di alcuni talenti ha messo su un assetto molto competitivo. Nonostante ciò il periodo in campionato non è proprio dei migliori: arrivano da tre risultati consecutivi senza vittoria. Si sono voluti impegnare in modo particolare sulla coppa europea, che ha detta di Rodgers, l’allenatore è l’obiettivo primario del club. Tornare vincenti anche a livello internazionale per scrivere una nuova pagina di storia. Negli scorsi turni ad eliminazione hanno sempre giocato due round dal sapore diverso.

 

Una gara buttata al vento, come con il PSV in cui hanno veramente rischiato di uscire e ancora prima, la battaglia calcistica con i francesi del Stade Rennais, che hanno colpito due traverse miracolose nei minuti di recupero. Condannati per gli inglesi in caso di rete. Eppure sono qua, a lottare per un popolo piccolo, ma dal cuore immenso. Una città intera, che si sposterà tra una settimana a Roma con ben quindici mila persone, che punta a scalare le gerarchie anche tra le grandi.

 

Due squadre che si equivalgono, seppur la nostra tradizione con gli inglesi non sia delle migliori. Escludendo la Nazionale, ovviamente. Le assenze non mancano, specie in mezzo al campo, dove più volte alcuni giocatori di altri ruoli si sono dovuti adattare per tappare i tanti buchi lasciati dagli infortunati. La formazione rimane comunque valida, a partire dal portiere, figlio d’arte, Schmeichel, che è il leader assoluto del team.In difesa sono quattro rocce, a partire dai due centrali, Fofana e Jonny Evans. Sulle fasce a completare vi sono Pereira e l’ex atalantino Castagne. In mezzo viene confermato Dewsbury, che accompagna i due talenti del gruppo, Maddison e Tielemans. Davanti un tridente veloce e pericoloso, che vede come corridori Barnes e Albrighton.

Unico riferimento avanzato, ovviamente, Vardy, che ha dedicato la maggior parte della carriera alle Foxes, scrivendo pagine di storia e giungendo ad obiettivi inimmaginabili. Insomma un riferimento assoluto, che rischia di diventare la freccia nel fianco dei giallorossi. 

 

Leicester-Roma: ore 21, King Power Stadium, canali TV

  • Sky Sport 1 (canale 202);

  • Dazn1.


Leicester-Roma: le probabili formazioni

Leicester (4-1-4-1): Schmeichel, Castagne, Jonny Evans, Fofana, Pereira, Dewsbury-Hall, Tielemans, Maddison, Vardy, Albrighton, Barnes

Roma (3-4-1-2): Rui Patricio, Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Cristante, Mkhitaryan, Zalewski, Zaniolo, Pellegrini, Abraham.

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