crisi energetica

La “guerra del gas” con Mosca spinge l’Europa a nuove sanzioni

Fin dalla prossima settimana si prevedono nuove misure contro la Russia, dopo il blocco del gas a Polonia e Bulgaria. I piani dei ministri dell’Energia Ue

La “guerra del gas” con Mosca spinge l’Europa a nuove sanzioni

L’Europa non arretra, al contrario è pronta a inasprire le misure contro Mosca, dopo la decisione – senza precedenti – di bloccare le forniture di gas russo a Polonia e Bulgaria, per non aver rispettato la decisione di pagare in rubli. Una imposizione che, però, viola i contratti in essere.

Per ora il governo di Varsavia fa sapere di avere scorte sufficienti, mentre qualche difficoltà in più potrebbe averla Sofia, secondo cui le scorte potrebbero bastare solo per un altro mese.

Ma dall’Europa sono pronti interventi speciali: non solo una eventuale fornitura interna all’Unione per tamponare l’emergenza, ma soprattutto un nuovo pacchetto di sanzioni contro il Cremlino, che potrebbe arrivare fin dalla prossima settimana.

Il 2 maggio, infatti, è in programma il Consiglio straordinario dei ministri dell'Energia, che dovrebbe dare il via libera definitivo alle nuove misure.

 

La crisi del gas per Polonia e Bulgaria

La risposta alla decisione di Gasprom di chiudere i rubinetti del gas a Polonia e Bulgaria ha scatenato la reazione dell’intera Europa. Se il governo bulgaro ha assicurato di avere riserve sufficienti per un altro mese, dura è stata la risposta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha assicurato Bruxelles non cederà ai "ricatti di Mosca" e che "la risposta sarà immediata, unita e coordinata".

Da qui l’annuncio che i due Paesi colpiti non andranno in crisi, perché "stanno ricevendo gas dai loro vicini europei".

 

Il nuovo pacchetto di sanzioni europee

Intanto Bruxelles è pronta a firmare un nuovo pacchetto di sanzioni, che includeranno anche lo stop al petrolio russo entro la settimana prossima, anche se questa misura dovrebbe essere graduale. Secondo fonti europee, è probabile che fin da sabato 30 aprile la Commissione presenti una bozza agli ambasciatori dei 27, per dare modo ai singoli Stati di esaminare il testo e poi arrivare alla firma per il 2 maggio, quando è stato fissato il Consiglio straordinario dei ministri dell'Energia.

Se anche in questa occasione ci dovesse essere accordo, si procederà con la convocazione del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) per il via libera definitivo alle nuove misure. L’obiettivo sarebbe di concludere l’intero iter entro la fine della prossima settimana, sempre mantenendo uno stretto rapporto con i partner occidentali che si sono schierati contro la Russia, ossia Regno Unito e Stati Uniti.

 

Metsola: "Non abbiamo paura di Putin"

In attesa di decisioni concrete, però, non è mancata la risposta verbale, tramite le parole della presidente del Parlamento europeo. Roberta Metsola, infatti, ha twittato: "Non abbiamo paura di Putin. Polonia, Bulgaria e gli altri Stati presi di mira troveranno il nostro sostegno. Il Parlamento europeo chiede l'immediato embargo paneuropeo sulle forniture energetiche controllate dal Cremlino. È ora di tagliare le nostre dipendenze dagli autocrati una volta per tutte".

 

Le nuove minacce di Mosca

Mosca, però, non sembra impensierita e, anzi, lancia nuove minacce, tramite il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: "Se qualcuno rifiuta di pagare con il nuovo sistema, sarà attuato il decreto del presidente russo". Tradotto significa che la Russia ha intenzione di estendere il provvedimento deciso per Polonia e Bulgaria anche ad altri paesi della cosiddetta “black list”, ossia l’elenco degli Stati considerati “ostili”, tra i quali c’è anche l’Italia.

Gazprom ha fatto sapere, infatti, che quattro acquirenti europei hanno già pagato in rubli il gas e dieci hanno aperto i conti presso Gazprombank necessari per rispettare la richiesta di Mosca di pagare in valuta locale.

L’Austria, però, ha respinto la tesi, liquidandola come "fake news".

Tra i Paesi nell’elenco di quelli “ostili” c’è anche l’Italia, ma da Snam si fa sapere che "i flussi di gas dalla Russia in entrata in Italia dal Tarvisio sono regolari".

Qualche timore per gli effetti delle sanzioni e dell’eventuale stop alle importazioni di gas e petrolio dalla Russia, però, arriva dalla Germania. Come spiegato dal ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, in caso di embargo energetico Berlino potrebbe entrare in recessione.

Ciononostante il portavoce del governo tedesco ha confermato che, nonostante le minacce di Mosca, "gli importatori tedeschi pagano in euro".

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