Le dichiarazioni

Lavrov punta il dito contro l’Italia: “Sorpresi dell’ostilità a Mosca”

Il ministro degli Esteri russo afferma: “Alcune dichiarazioni di politici italiani sono andate oltre le norme diplomatiche“. “Da noi iniziative di pace”

Lavrov punta il dito contro l’Italia: “Sorpresi dell’ostilità a Mosca”

Le parole del ministro degli Esteri russo rimbalzano da Mosca a Roma in pochi secondi e non si spengono, anzi continuano a far discutere. In una intervista esclusiva rilasciata a Zona Bianca, su Rete 4, Serghei Lavrov punta il dito contro la posizione del governo Draghi: "L'Italia è in prima fila tra coloro che adottano sanzioni anti-Russia e promuove iniziative. All'inizio eravamo sorpresi, poi ci siamo abituati".

All’incredulità iniziale, dunque, Lavrov spiega che è subentrato un nuovo atteggiamento: "Ci sembrava che l’Italia avesse un approccio diverso e potrebbe distinguere il bianco dal nero. Alcune dichiarazioni di politici italiani sono andate oltre le norme diplomatiche. Io ho un bellissimo rapporto con il popolo italiano, non è questo in discussione'', ha aggiunto Lavrov, che poi ha parlato anche dei tentativi di negoziazione e delle possibilità di arrivare a una pace.

 

Per Lavrov una pace è ancora possibile

“Da noi iniziative di pace, ma gli Usa frenano”. Il responsabile delle relazioni estere del Cremlino, dunque, non chiude la porta a un accordo che ponga fine alle ostilità, ma accusa l’Occidente di ostacolarlo: “I media dell’Occidente travisano le nostre dichiarazioni. Io sono stato travisato, non si sono mai fermati gli sforzi per non arrivare a guerra nucleare”. "Noi – ha aggiunto il ministro degli Esteri russo - eravamo pronti a parlare con gli Usa per un nuovo accordo sulla stabilità strategica, ma la controparte americana ha interrotto i negoziati”.

 

L’Ucraina e il nazismo

Poi Serghei Lavrov ha anche affrontato il tema del presunto “nazismo” di parte dell’Ucraina e dunque dell’esigenza di “denazificare” la regione russofona del Donbass: il governo ucraino è diventato uno strumento degli estremisti nazisti e del governo degli Stati Uniti". Per Lavrov "La nazificazione esiste" in Ucraina. “Zelensky è ebreo? Anche Hitler aveva origini ebree, i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei”, ha aggiunto.

Secondo il ministro russo, al momento dell’inizio delle ostilità gli ucraini “erano stanchi del regime di Zelensky”.

 

Il rischio nucleare

Quanto alla probabilità di arrivare all’uso di armi nucleari, Lavrov ha detto che serve “non sottovalutarne il rischio”, spiegando che Mosca ha “armi ultrasoniche che sono state elaborate perché i missili degli Stati Uniti saranno rivolti non contro la Corea del Nord ma contro la Russia".

Lavrov ha smentito, però, che la Russia stia accelerando le operazioni militari per arrivare a un risultato finale entro il 9 maggio, giorno in cui la Federazione celebra la vittoria sulla Germania nazista alla fine della Seconda Guerra mondiale, e che viene indicata come data possibile per la fine della guerra in Ucraina e per la parata a Mariupol: “I nostri militari non adatteranno artificialmente le loro azioni a nessuna data, incluso il Giorno della Vittoria. Il ritmo dell'operazione in Ucraina dipende, in primo luogo, dalla necessità di ridurre al minimo i rischi per la popolazione civile e il personale militare russo", ha aggiunto il ministro degli Esteri russo.

 

La crisi del gas

A proposito delle nuove sanzioni in arrivo e di quelle già decise, ma soprattutto dell’obiettivo di limitare le importazioni di gas dalla Russia, il responsabile degli Esteri del Cremlino ha chiarito: “Avete rubato i nostri soldi tenendoli nelle vostre banche". Nessun commento, invece, sulle condizioni di salute del presidente russo, Vladimir Putin, tanto che a domanda esplicita su come stia, ha risposto: “Chiedetelo ai leader che ci parlano”.

 

Le accuse di crimini di guerra

Un altro tema è stata l’accusa di crimini di guerra in Ucraina, mossa nei confronti delle truppe russe, in particolare a Bucha. Lapidaria la risposta di Lavrov, secondo cui si tratta di falsità. "La verità è solo una: il 30 marzo, i militari sono usciti da Bucha, il sindaco ha dichiarato la vittoria e che la città era tornata a una vita normale. Poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti. Non voglio approfondire, ma è talmente evidente che è un fake".

In Ucraina, ha detto il ministro, "combattono anche ufficiali Occidente, non vogliamo cambiare regime in Ucraina, questa è una specialità degli Usa. Vogliamo solo sicurezza per l'est del Paese e Russia". Per la pace la pace "non abbiamo pianificato una data".

 

Le accuse a Biden

Serghei Lavrov ha poi anche accusato il presidente statunitense: “Biden ha interessi personali in Ucraina”, in riferimento alle inchieste sul figlio del capo della Casa Bianca, Hunter. “Gli Usa vogliono usare Kiev contro di noi. A marzo c’era accordo ma Zelensky ha cambiato idea”.

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