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Draghi “boccia” il Superbonus al 110%: “Costi triplicati”. Ira del M5S

Nonostante la proroga, il provvedimento potrebbe scomparire dopo il 30 settembre. Secondo il premier ha fatto lievitare i costi, ma resta l’impegno “green”

Draghi “boccia” il Superbonus al 110%: “Costi triplicati”. Ira del M5S

Il premier Mario Draghi ha detto chiaramente: non è “d’accordo” con il ministro alla Transizione Ecologica Roberto Cingolani “sulla validità di questo provvedimento”. La misura in questione è il Superbonus al 110% per le ristrutturazioni che quindi sembra avviarsi a non essere rinnovato dopo la scadenza. La doccia fredda è arrivata appena un giorno dopo l’approvazione, da parte dello stesso consiglio dei Ministri, della proroga della scadenza dell’incentivo dal 30 giugno al 30 settembre.

 

Perché Draghi “boccia” il Superbonus al 110%

I proprietari di villette monofamiliari sembra che debbano affrettarsi, almeno se intenzionati a usufruire del Superbonus al 110%, previsto in caso di ristrutturazioni di facciate. Parlando al Parlamento europeo in seduta plenaria, infatti, Mario Draghi ha chiarito la propria posizione sull’incentivo statale. “Cito un esempio: il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110% di per sé toglie l'incentivo alla trattativa sul prezzo”, ha detto il premier.

Ma perché, allora, la misura è appena stata prorogata dal 30 giugno al 30 settembre? A rispondere è stato sempre il capo dell’esecutivo: “Le cose vanno avanti in Parlamento, il Governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro è molto bravo” ha affermato.

 

Il Governo rimane orientato al “green”

Il fatto che Draghi abbia mostrato le proprie perplessità, però, non significa che il Governo voglia abbandonare la propria impostazione “green”, secondo Draghi, sottolineato che l’esecutivo “è nato come governo ecologico”, mettendo “il clima” tra i suoi pilastri più importanti. Il principio con il quale è stato messo a punto il bonus, dunque, rimarrà.

 

La reazione irritata del Movimento 5 Stelle

Il commento chiaro di Mario Draghi, però, ha avuto l’effetto immediato di irritare il Movimento 5 Stelle. “È stata gettata una volta per tutte la maschera: forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell'esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c'è proprio questa insofferenza del presidente del Consiglio nei confronti del provvedimento", si legge in una nota firmata dai senatori pentastellati Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro.

 

Il nodo della cessione bancaria

In realtà, esistono anche altri motivi di perplessità riguardo al Superbonus, che vanno oltre i prezzi triplicati e che riguardano la cessione del credito. Diversi istituti bancari hanno rifiutato l’accettazione di nuovi crediti, dopo aver già raggiunto il limite massimo stabilito. "Senza novità sulla cessione dei crediti, il Superbonus è una misura destinata a fallire” ha spiegato il senatore di Forza Italia Franco Dal Mas, aggiungendo: “Prevedere una quarta cessione diretta ai soli correntisti delle banche, come da ultimo fatto, non è risolutivo perché i correntisti fiscalmente capienti sono troppo pochi, serve quindi un nuovo intervento”.

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