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Draghi, tra l’embargo sul petrolio russo e la visita a Biden

Il premier, pronto a incontrare domani il presidente americano a Washington, conferma l’esigenza del nuovo e sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca

Draghi, tra l’embargo sul petrolio russo e la visita a Biden

Mentre l’Europa fatica a trovare un accordo sullo stop alle importazioni di petrolio russo, soprattutto a causa dell’opposizione di Ungheria e altri Paesi più fortemente dipendenti dal greggio di Mosca, un’intesa è arrivata dal G7.

Si tratta di un accordo sull'embargo graduale all'export di petrolio russo.

 

La decisione del G7

"Continueremo e rafforzeremo la nostra campagna contro le élite finanziarie e i membri delle loro famiglie che sostengono il presidente Putin nei suoi sforzi bellici e sperperano le risorse del popolo russo. In accordo con le nostre autorità nazionali, imporremo sanzioni nei confronti di altri individui". Così si è concluso il vertice del G7, tenutosi in videoconferenza e al quale ha partecipato anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Nel comunicato finale si legge che "l'obiettivo finale dell'Ucraina è garantire il pieno ritiro delle forze russe dall'intero territorio".

Un funzionario della Casa Bianca ha riferito che l’incontro del G7 era incentrato sugli ultimi sviluppi della guerra in l'Ucraina e i leader avrebbero discusso anche di “una risposta collettiva all'insegna dell'unità del G7, compreso il ricorso a sanzioni senza precedenti per imporre gravi costi a Putin”.

A coordinare i lavori, ai quali ha preso parte anche il premier, Mario Draghi, è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

 

Zelensky: gli obiettivi dell’Ucraina

Nel suo intervento "il presidente ucraino Zelensky ha sottolineato la ferma determinazione dell'Ucraina a proteggere la propria sovranità e integrità territoriale. Ha affermato che l'obiettivo finale dell'Ucraina è garantire il pieno ritiro delle forze russe dall'intero territorio dell'Ucraina e garantire la sua capacità di proteggersi in futuro, ringraziando i membri del G7 per il loro sostegno".

Dal canto loro i leader del G7 hanno confermato il proprio supporto all’Ucraina, "per la coraggiosa difesa dell'integrità territoriale e la sua lotta per un futuro pacifico, prospero e democratico". Nella dichiarazione finale si sottolineano gli sforzi di assistenza militare e finanziaria alla popolazione e la dura la condanna al presidente russo, Vladimir Putin. I leader si dicono "scioccati" dalla "perdita umana su vasta scala, dall'attacco ai diritti umani e dalla distruzione". Il summit ha convenuto sul fatto che le azioni di Putin hanno portato "onta sulla Russia e sugli storici sacrifici del suo popolo" e "non saranno risparmiati gli sforzi" per procedere contro "il presidente Putin, gli architetti e i complici di questa aggressione, incluso il regime di Lukashenko in Bielorussia”.

 

Draghi, “Promuovere il cessate il fuoco”

Il premier Mario Draghi, che domani incontrerà a Washington il presidente statunitense, Joe Biden, ha preso parte alla videoconferenza del G7 che, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, "ha offerto l'occasione per commemorare la fine della seconda guerra mondiale e la liberazione dalle sue atrocità”.

"Dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina - ha detto il Presidente Draghi - e dobbiamo andare avanti con il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Allo stesso tempo, dobbiamo fare ogni sforzo per aiutare a raggiungere quanto prima un cessate il fuoco e per dare nuovo slancio ai negoziati di pace. Il G7 deve anche continuare a impegnarsi per aiutare quei Paesi poveri che rischiano una crisi alimentare. Il nostro impegno e la nostra unità sono essenziali".

“I leader hanno riaffermato l'unità dei Paesi G7 nel condannare l'aggressione ingiustificata da parte della Federazione Russa nei confronti dell'Ucraina, che ha riportato l'Europa agli orrori del secondo conflitto mondiale – indica il comunicato di Palazzo Chigi - Hanno condiviso la viva preoccupazione per il prolungarsi delle ostilità e la necessità di mantenere alta attraverso le sanzioni la pressione sul Cremlino".

 

Di Maio: “Fermare la propaganda russa”

Intanto, ieri sera il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è intervenuto a Che tempo che fa di Fabio Fazio, spiegando: "In queste ore sembra che non ci sia unità" nell'Ue sulle decisioni da prendere per l'Ucraina e "questo alimenta la propaganda russa". "La visita di Draghi a Washington - ha aggiunto Di Maio - serve a ribadire che noi stiamo dalla parte della democrazia, ma sarà anche molto importante per rafforzare l'unità dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica".

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