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Il giorno di Putin: la parata sulla Piazza Rossa, il discorso, le mire

La Giornata della Vittoria sulla Germania nazista nel 1945 assume un nuovo significato. Alla rievocazione storica nessun leader straniero presente

Il giorno di Putin: la parata sulla Piazza Rossa, il discorso, le mire

“Oggi i nostri militari, come i loro antenati, stanno combattendo fianco a fianco per la liberazione della loro terra natale dalla sporcizia nazista, con la certezza che, come nel 1945, la vittoria sarà nostra”.

Così il presidente russo, Valdimir Putin, ha anticipato il discorso sulla Piazza Rossa, inviando un messaggio alle ex repubbliche sovietiche, Ucraina compresa.

“Oggi il dovere comune è prevenire la rinascita del nazismo, che ha causato tante sofferenze ai popoli dei diversi Paesi” ha spiegato il capo del Cremlino, in un passaggio previsto anche nell’intervento in occasione della parata del 9 maggio, a Mosca, quando si celebra la cosiddetta Giornata della Vittoria, che ricorda il successo russo sulla Germania nazista nel 1945.

 

La memoria dei padri e dei nonni

Il parallelismo tra quanto accaduto 77 anni fa e quanto sta avvenendo oggi in Ucraina, dunque, torna. Era stato evocato fin dalle prime settimane dopo l’invasione militare in Ucraina da parte delle truppe di Mosca, ma oggi è più vivo che mai, tanto che fin dalla vigilia lo stesso Putin ha auspicato “che le nuove generazioni siano degne della memoria dei loro padri e nonni”.

Nel suo messaggio, Putin si è anche rivolto anche ai civili del “fronte interno”, per sottolineare i pericoli del “neonazismo”, spiegando come finora abbiano “schiacciato il nazismo a costo di innumerevoli sacrifici”.

“Purtroppo, oggi, il nazismo alza la testa di nuovo”, ha proseguito, augurando “un futuro pacifico e giusto”.

Infine, le conclusioni, prima dell’intervento sulla Piazza Rossa: “Il nostro sacro dovere è impedire che gli eredi ideologici di coloro che sono stati sconfitti” settantasette anni fa “si vendichino”.

 

Le celebrazioni sulla Piazza Rossa

I preparativi per la giornata del 9 maggio sono proseguiti fino all’ultimo, con l’obiettivo che tutto fosse perfetto. Sulla Piazza Rossa è stata allestita, proprio davanti al teatro Bolshoj, un’enorme stella rossa e dorata con le parole Pobeda, “Vittoria”, e Sssr, ossia l’acronimo in cirillico di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Non un caso, dunque, né solo un riferimento storico all’Urss che sconfisse la Berlino di Hitler, ma il tentativo di rievocare quella “Grande Russia” a cui il Cremlino forse non ha mai rinunciato.

 

Putin: “La vittoria sarà nostra”

Proprio come nel 1945, dunque, l’obiettivo è la Vittoria, come sottolineato ancora da Putin fin dalla vigilia dell’intervento ufficiale in occasione della parata: “Come nel 1945, la vittoria sarà nostra”. Se i militari russi che hanno combattuto in Ucraina sono definiti “veterani”, come coloro che hanno partecipato alla Seconda Guerra mondiale, un appello è stato rivolto dalle autorità alla popolazione, affinché siano mostrati i ritratti dei caduti in Ucraina accanto a quelli dei soldati che hanno perso la vita nel 1944 e 1945.

Sugli edifici conquistati in Ucraina, che ospitano sedi amministrative, campeggia lo Stendardo della Vittoria, la bandiera rossa con falce e martello, che ha una portata simbolica ancora maggiore rispetto a quella della Federazione russa.

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