rischio nucleare

Mosca: “L’Occidente vuole strangolarci”. Zelensky detta le condizioni

Sale la tensione, dopo l’annuncio della Finlandia (e della Svezia), di essere pronta a entrare nella Nato. Medvedev: “C’è il rischio di guerra nucleare”

Mosca: “L’Occidente vuole strangolarci”. Zelensky detta le condizioni

“Nel loro desiderio di strangolare la Russia, le potenze occidentali sono pronte a tutto, incluso far resuscitare il nazismo". A dichiararlo è la Missione permanente della federazione russa presso le Nazioni Unite a Ginevra in una dichiarazione giunta alle prime ore del giorno e riportata dalla Tass. Proprio oggi il Consiglio per i diritti umani dell'Onu ha votato a larga maggioranza a favore dell'apertura di un'inchiesta sulle presunte gravi violazioni commesse dalle forze russe in Ucraina. Dura la reazione di Mosca, aumentata dall’annuncio della Finlandia di voler rinunciare alla propria storica neutralità, per entrare nella Nato. Per il vicepresidente di sicurezza russo, Medvedev, in questo modo “cresce il rischio nucleare”.

Ma da Washington, la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, getta acqua sul fuoco e afferma: “La Nato è un'alleanza difensiva, non offensiva. Non c'è alcun intento aggressivo in qualsiasi espansione della Nato".

Intanto, in una intervista a Porta a Porta, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky apre a negoziati con la Russia, ma senza cedere sull’integrità territoriale. Il tutto mentre il premier, Mario Draghi, in Consiglio dei ministri ha affermato – secondo notizie di stampa – che “La guerra in Ucraina è in una nuova fase e per arrivare alla pace è necessario un tavolo che coinvolga tutti, compresi i presidenti degli Usa e della Russia".

Il punto.

 

Le condizioni di Zelensky per un dialogo con Putin

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si dice pronto a parlare con il leader russo, Vladimir Putin, ma detta le sue condizioni: "Senza nessun mediatore né condizioni di ultimatum". Intervistato da Bruno Vespa nella puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera su Raiuno, il presidente ucraino interviene per la prima volta dall’inizio del conflitto a un programma televisivo italiano e spiega: "Sono pronto a parlare con Putin, ma non devono esserci ultimatum e i russi devono uscire dal nostro territorio: è il primo passo per parlare", per poi aggiungere che “non possiamo accettare alcun compromesso sulla nostra indipendenza, sulla nostra sovranità e integrità territoriale”.

Dure le accuse di Zelensky: “La questione delle trattative si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi e uccidono persone”. Poi l’apertura su uno scambio di prigionieri: "Siamo pronti a fare uno scambio con i russi per salvare i vivi e portare fuori i nostri morti da Azovstal. I civili sono già stati evacuati, ora restano i feriti, non vogliamo lasciarli lì. Si farà tutto il possibile".

 

Il nodo della Crimea

"Non ho mai parlato di riconoscere l'indipendenza della Crimea, non la riconosceremo mai come parte della Russia. La Crimea ha sempre avuto la sua autonomia, ha un suo Parlamento, ma all'interno dell'Ucraina". Così ha chiarito la questione della eventuale cessione della Crimea il leader di Kiev, sottolineando che "proporre a noi di cedere qualcosa per salvare la faccia del presidente russo non è corretto da parte di alcuni leader".

 

Da Draghi al Papa: cosa ha detto Zelensky

Poi il riferimento alle parole pronunciate dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Washington: "Non siamo in condizioni pari, ma il mondo è unito intorno a noi. Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità".

Maggiore rigidità, invece, è stata espressa circa la decisione del Papa alla Via Crucis, di far sfilare insieme le bandiere russa e ucraina: “Quella russa è la bandiera sotto la quale ci stanno uccidendo, cercate di capirlo” ha precisato Zelensky, definendo la scelta “inaccettabile”.

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