EditorialiOpinioniAnalisiInchiesteIntervisteScenariFirme
Politica estera e risvolti interni

Il guado di Forza Italia che potrebbe cambiare volto al centrodestra

E’ resa dei conti. La ministra Gelmini risponde a Berlusconi: “Siamo atlantisti ed europeisti. Ogni ambiguità di filoputinismo reca danno all’Italia”.

Il guado di Forza Italia che potrebbe cambiare volto al centrodestra

Il vertice ad Arcore tra i leader del centrodestra Salvini, Berlusconi e Meloni, è stato un flop. Ad incombere sugli assetti futuri della coalizione non ci sono però solo le decisioni sulle elezioni amministrative e sulle politiche del prossimo anno. Il rischio implosione che vive Forza Italia è l’elemento che più potrebbe incidere sul nuovo volto dell’alleanza. Oggi la ministra per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, prende in maniera molto decisa le distanze dalle dichiarazioni del fondatore del suo partito. Forza Italia “stia con la Nato. Le ambiguità pro Putin sono un danno per il Paese”, dice intervistata dal Corriere della Sera. Parole che non lasciano spazio ad interpretazioni. La ministra ha ‘voluto’ dirle per evidenziare il guado che divide i ministri forzisti del governo di Mario Draghi da certe affermazioni di Berlusconi su Russia e Ucraina, tanto filo-putiniane quanto anti-Usa.  

 

La titolare degli Affari regionali afferma: “Siamo un movimento politico filo-atlantista, europeista, siamo nel Ppe e ci siamo chiamati in passato 'Popolo della libertà, per la quale gli ucraini stanno combattendo. Il tempo di Pratica di Mare (l’accordo firmato nel 2002 nella base militare vicino Roma tra Bush junior e Vladimir Putin e voluto per migliorare le relazioni tra i due Paesi, ndr) purtroppo è finito. Oggi, ogni ambiguità di filoputinismo reca danno all’Italia e incrina la necessaria unità del Paese. Io sto dalla parte dell’Ucraina, dell’Ue e della Nato”. E ancora: “Mi spiace non aver ancora sentito un sì forte e convinto all’adesione di Finlandia e Svezia al Patto Atlantico, né alla decisione di 40 Paesi democratici nel mondo di sostenere anche militarmente gli ucraini”. Gelmini non elude nemmeno il tema degli equilibri nel centrodestra: “Mi sembra che in Forza Italia ci sia più la preoccupazione di non dispiacere Salvini che di essere in linea con i nostri partner dell’Ue e della Nato. La nostra posizione in politica estera non è quella della Lega. Salvini ha legittimamente la sua opinione, ma non possiamo rinunciare alla nostra identità e storia, con il risultato di farci superare in filo atlantismo da Giorgia Meloni”.

 

La politica estera è, dunque, uno spartiacque in questo momento ma anche un acceleratore rispetto ai contrasti che da mesi si registrano nel partito. Se fosse vero che Berlusconi sarebbe pronto a liste comuni con Salvini alle prossime politiche non ci sarebbero più dubbi sull’appoggio a una linea, in tutto e per tutto, di avvicinamento al Carroccio. A vantaggio dell’area del coordinatore nazionale, Antonio Tajani, e della neo-coordinatrice della Lombardia, Licia Ronzulli, appena nominata da Berlusconi. Stando così le cose la rottura sarebbe solo questione di mesi. Oltre Gelmini anche Mara Carfagna e Renato Brunetta non resterebbero a lungo nel partito. Il punto, ovviamente, non è dove approderebbero i fuoriusciti ma cosa ne sarebbe di quel che resta di FI e come cambierebbe la coalizione.

 

Con l’asse centrista e governista fuori di scena la virata a destra è nelle cose. Con conseguenze evidenti nei rapporti con Giorgia Meloni, sempre più rilegata a ruolo di leader radicale rispetto a una destra più conservatrice anche se ultra-cattolica. Se riuscisse l’operazione il vantaggio sarebbe interamente per Salvini che spera ancora di superare la fondatrice di Fratelli d’Italia nei sondaggi e di sbarrarle la strada per Palazzo Chigi. Anche Berlusconi è convinto di ottenere qualcosa ma lo smembramento di Forza Italia, già ai minimi storici del consenso, conclamerebbe l’inizio della fine. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA