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TRENT’ANNI DALLA SCOMPARSA

Giovanni Falcone, il ricordo e l’eredità. Oggi le commemorazioni

Sono passati 30 anni dal 23 maggio del 1991 quando Giovanni Falcone venne ucciso dalla mafia nella strage di Capaci. Molte le iniziative in sua memoria

Giovanni Falcone, il ricordo e l’eredità. Oggi le commemorazioni

Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Sono le parole con le quali spessi si ricorda Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia esattamente 30 anni fa, il 23 maggio del 1992, a Capaci nella sua Sicilia.

Oggi a Palermo, città d’origine del magistrato, ci sarà un altro palermitano “eccellente” come Sergio Mattarella, che commemora Falcone.

 

Le commemorazioni

Il tema scelto per la commemorazione ufficiale di quest’anno, che coincide con il trentesimo anniversario delle stragi mafiose (il 19 luglio la morte di Paolo borsellino) è la "memoria di tutti". Dopo due anni di isolamento forzato, si torna in piazza. Alle 9 il discorso del presidente della Camera, Roberto Fico, a Palermo, seguito alle 10 al Foro Italico del capoluogo siciliano dall’arrivo dall’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme a delegazioni di scuole d’Italia, esponenti delle istituzioni del Paese, alcuni dei protagonisti dei drammatici giorni degli attentati del ’92. Presenti anche esponenti nel mondo della cultura, dell’arte, della musica.

Rai 1 segue le cerimonie in diretta, alle quali partecipa anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che alla vigilia della giornata ha ricordato: “L’educazione alla legalità è e deve essere il perno della nostra scuola. In questi anni le ragazze e i ragazzi hanno voluto sapere e partecipare. Quest’anno lo fanno attraverso il simbolo del lenzuolo, che significa coscienza civile ma anche solidarietà e cittadinanza. Come Ministero abbiamo inoltre deciso di potenziare le attività in questo ambito, mettendo a disposizione un milione di euro. Stiamo infatti per pubblicare un bando rivolto alle associazioni del terzo settore per la realizzazione di progetti e percorsi educativi sui temi della legalità e del contrasto alle mafie nelle nostre scuole – ha spiegato il Ministro - L’Italia ha custodito la memoria di donne e uomini dello Stato, che hanno lottato contro le mafie. E lo ha fatto in questi trent’anni anche attraverso le scuole, luogo in cui germoglia il seme di una società che deve essere sempre più equa e giusta”.

 

I lenzuoli e le scuole

Immancabile anche la presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone, sorella del magistrato e da anni impegnata a fare divulgazione e sensibilizzazione nelle scuole. Quest’anno la città di Palermo ospita 1.400 lenzuoli realizzati da 1.070 istituti scolastici che hanno accolto l’appello del Ministero dell’Istruzione e della Fondazione Falcone, lanciato attraverso il bando #LaMemoriaDiTutti. Il simbolo dei lenzuoli bianchi è legato al fatto che nel 1992 e all’indomani delle stragi, i palermitani li usarono per dimostrare la loro ribellione alla mafia. Gli studenti nelle scorse settimane hanno approfondito la storia di alcune delle vittime illustri della mafia, come Rita Atria, Peppino Impastato, Don Pino Puglisi, Libero Grassi, Pio La Torre, Lia Pipitone, Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici.

 

Maria Falcone: “Coltivare la memoria”

“Trent’anni sono il tempo di una generazione. I ragazzi di oggi nel 1992 ancora non erano nati, perciò ora più che mai – ha detto Maria Falcone – è importante coltivare la memoria di fatti e persone che hanno cambiato la storia di questo nostro Paese. A loro abbiamo voluto dedicare questa speciale occasione. Anche quest’anno abbiamo avuto al nostro fianco le scuole italiane, gli insegnanti che, pur tra mille difficoltà, hanno lavorato per portare tra i ragazzi la cultura della legalità e del rispetto dei valori della democrazia e della giustizia e hanno raccolto il nostro invito: dar vita alla loro creatività realizzando un lenzuolo dedicato a una vittima delle mafie”. Maria Falcone ha infine spiegato che la Fondazione ha voluto proseguire nel progetto d’arte contemporanea per il potenziamento sociale Spazi Capaci Comunità Capaci, “consapevoli dell’importanza della cultura nel contrasto alle mafie” e ha ringraziato la Provincia via di Bolzano per il sostegno all’iniziativa che “dimostra che l’Italia è una sola e la mafia non è solo un problema locale”.

 

Chi era Giovanni Falcone

Nato a Palermo il 18 maggio del 1939, è morto insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, a Capaci. “Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia. Tra i primi a comprendere la struttura unitaria e verticistica di Cosa Nostra, ha creato un metodo investigativo diventato modello nel mondo. Rigorosa ricerca della prova, indagini patrimoniali e bancarie, ostinata caccia alle tracce lasciate dal denaro e lavoro di squadra sono stati i suoi fari, le armi con le quali, insieme al pool antimafia, ha istruito il primo maxiprocesso a Cosa nostra, il suo capolavoro. L’eccezionale impegno di un manipolo di magistrati guidati da Falcone dopo anni di assoluzioni per insufficienza di prove portò alla sbarra 475 tra boss e gregari di Cosa nostra e si concluse con 19 ergastoli e condanne a 2665 anni di carcere”, come scrive la Fondazione Falcone.

 

Eroe o servitore dello Stato?

È ancora la Fondazione Falcone a spiegare: “Giovanni Falcone non si è mai sentito un eroe, ma solo un uomo dello Stato chiamato a fare il proprio dovere. Contro il mito negativo dell’invincibilità di Cosa nostra diceva: ‘La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà una fine’”.

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