Contrasti nel Carroccio

Salvini scrive ai suoi per rassicurarli ma leadership in declino

L’ultima sortita sul viaggio a Mosca non è piaciuta dentro e fuori la Lega. Il segretario prova a tenere unita la “squadra” ma per molti il problema è lui

Salvini scrive ai suoi per rassicurarli ma leadership in declino

A chi descrive Matteo Salvini sempre più isolato nella Lega il diretto interessato risponde oggi con un messaggio inviato nelle chat del partito: “La Lega è una grande squadra che ha vinto e vincerà ancora a lungo, per questo il tentativo di alimentare litigi e divisioni si ripete sempre uguale, noioso e inutile. In una grande squadra”, scrive, “ci sono giocatori con caratteri diversi, ma gli obiettivi sono comuni e concreti: i più immediati e urgenti fermare la guerra e le armi, superare l'indegna censura mediatica che nasconde i referendum sulla giustizia del 12 giugno, eleggere tanti nuovi sindaci oltre agli 800 già al lavoro, difendere lavoro, casa e risparmi degli italiani”. 

 

La metafora calcistica calza a pennello per un ‘allenatore’ che tenta di motivare i suoi, li sollecita all’unità, mette in guardia da quella che chiama “indegna censura mediatica”.  Il Capitano corre ai ripari. Ma il messaggio che ha dovuto inviare in maniera sollecita ammette la debolezza attuale della sua leadership. La sortita del viaggio a Mosca, organizzato dal suo consulente diplomatico, Antonio Capuano, ex parlamentare che avrebbe preso contatti diretti con l’ambasciata russa, ha provocato molto più di qualche mugugno nella compagine di vertice di via Bellerio. Un esempio. Salvini è stato messo all’angolo persino dal suo ministro più importante, Giancarlo Giorgetti, che senza esitazione ha palesato a mezzo stampa la sua contrarietà alla mossa della spedizione al Cremlino.

 

“Sono proposte suggestive, però bisogna muoversi il concerto con il governo”, fa sapere da giorni il titolare dello Sviluppo economico. Della vicenda Palazzo Chigi e la Farnesina ne erano all’oscuro. Nonostante l’irritazione hanno preferito, però, non prendere alcuna posizione ufficiale, relegandola a un’iniziativa priva di qualsiasi valore istituzionale. Tuttavia, il caso potrebbe adesso arrivare dritto dritto sul tavolo del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Anche il resto della maggioranza stigmatizza l’iniziativa del leghista. Enrico Letta, segretario dei democratici, parla di un “Salvini al di fuori di qualunque regola”.

 

La resa dei conti nel Carroccio forse è più vicina di quanto si pensi. L’attenzione in questa fase è rivolta principalmente sulle elezioni amministrative del 12 giugno e sui referendum sulla giustizia di cui il senatore si è fatto co-promotore. Ma i quesiti referendari sono talmente a rischio flop che chi li ha appoggiati da giorni preferisce restare in silenzio. La linea del segretario federale appare sempre più solitaria e crea problemi nella Lega già da un po’. I sondaggi danno sempre Giorgia Meloni in vantaggio e primo partito della destra. L’astro Salvini potrebbe brillare ancora per poco.

 

Una cosa è certa: questi dieci mesi che ci separano dalle elezioni politiche, sempre se la coalizione di unità nazionale riuscirà ad arrivare alla conclusione naturale della legislatura, saranno in salita per il capo stile Papeete. Tutto dipenderà da quanto alcuni big della Lega, che fino ad oggi hanno avuto più un ruolo sui territori che non nell’agone della politica nazionale, siano disposti a lasciarlo fare. L’impressione è che più il tempo passa, più lo scontro tra salviniani e governisti sia destinato ad un match finale con un possibilissimo cambio alla guida del partito. La “squadra” potrebbe decidere di avere un nuovo coach. 

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