
Il Parlamento europeo aveva votato una misura a favore del salario minimo già un anno fa, ma è tra poche ore che potrebbe arrivare una decisione che di fatto costringerebbe anche l’Italia ad adeguarsi. A Strasburgo, infatti, si attende tra lunedì e martedì un voto che confermi le linee guida già approvate il 25 novembre 2021 a larga maggioranza. All’epoca furono 443 i voti a favore, 192 i contrari e 58 le astensioni sulla norma che punta a fissare un reddito base garantito, una soglia di retribuzione sotto la quale non è possibile andare.
Al momento sono pochi i Paesi europei che non lo prevedono e l’Italia è tra loro, insieme a Cipro, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia.
Esistono, però, profonde differenze tra gli Stati membri, che vanno da un minimo di 332 euro al mese in Bulgaria e un massimo di 2.257 in Lussemburgo. Il salario minimo, infatti, tiene conto anche del costo della vita.
In Italia se ne discute anche in queste ore, dopo il “no” di Renato Brunetta e l’apertura condizionata, invece, del numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco, che ne ha parlato al Festival dell’Economia a Trento.
I favorevoli: il Ministro Orlando
Ad aprire sulla possibilità di introdurre il salario minimo anche in Italia, dove esiste solo un testo fermo in Parlamento da tempo (e che fissa a circa 9 euro lordi la paga oraria minima) è il ministro del lavoro, Andrea Orlando, che da Palermo ha detto: "Sul salario minimo vedo aperture positive da tutte le parti, c'è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Vediamo qual è il punto di contatto che consenta di intervenire subito in attesa poi di una legge di carattere più organico e che consenta di dare una risposta immediata ai lavoratori che si trovano a basso reddito e a basso salario".
I contrari: Renato Brunetta
Di parere opposto, invece, il ministro per la Pubblica amministrazione ed esponente di Forza Italia, Renato Brunetta, che dal Festival dell'Economia di Trento ha motivato: "Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriali". "Non buttiamo il bambino con l'acqua sporca e valorizziamo le nostre relazioni industriali - insiste - il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività".
L’apertura di Bankitalia
Ma da Governatore di Banca d’Italia è arrivata un’apertura, seppure condizionata: "Se ben studiato è una buona cosa, ci sono vari effetti positivi. Il rischio è se il livello è eccessivo. Non bisogna legare al salario minimo automatismi che possono costare", ha spiegato Ignazio Visco da un altro evento, in programma a Torino. Lo stesso Visco, però, nei giorni scorsi aveva esortato a e evitare "una vana rincorsa fra prezzi e salari", di fronte alla crisi economica aggravata dalla guerra in Ucraina, alla situazione di stallo degli stipendi e al crescere evidente dell’inflazione.
"Diversi studi statunitensi dicono che il salario minimo in certe condizioni è favorevole all'occupazione. In Francia ad esempio è stato introdotto di recente. Quello che è importante è non legare al salario minimo automatismi che poi ci possono costare, per esempio un salario minimo che ha piena indicizzazione ai prezzi al consumo se diventa il modello di riferimento per tutti i salari, tutte le contrattazioni, incorpora direttamente quel meccanismo automatico", ha spiegato ancora Visco.
Cosa accade negli altri Paesi europei
Nella maggior parte dei Paesi Ue è già previsto un salario minimo. Ad esempio, in Germania si è appena ritoccata la retribuzione oraria: se ad oggi è intorno al 9,80 euro, entro ottobre è stato deciso il rialzo a 12 euro all’ora. In media negli altri Stati si aggira intorno al 1.600 euro al mese, pari a 9/10 euro all’ora.
Secondo il commissario Ue al lavoro, Nicolas Schmit, "è stato dimostrato" che gli effetti della misura sono positivi. Schmit ha chiarito che spetta "al governo e alle parti sociali in Italia dover decidere l'importanza di introdurre un salario minimo".
Cosa vuole fare l’Ue
La misura, infatti, non è obbligatoria, anche se invita "a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi", nel rispetto dei diversi sistemi sociali, per garantire "un tenore di vita dignitoso" e ridurre il ricorso a contratti precari.
Il Parlamento europeo nei prossimi giorni mira a intervenire con una stretta sul tema del salario minimo, introducendone uno “legale” che fissi la retribuzione minima consentita dalla legge, estendendo la contrattazione collettiva e obbligando i Paesi Ue con meno dell'80% dei lavoratori coperti da questi accordi a prendere misure efficaci per promuovere il salario minimo. Insomma, l’obiettivo è limitare contratti individuali al di sotto di standard minimi di accettabilità rispetto al costo della vita e alla dignità.
"Non possiamo ignorare che molti lavoratori stanno soffrendo per il caro-vita", ha spiegato Schmit, senza escludere dalla norma anche i lavoratori della cosiddetta platform economy, come riders o lavoratori di auto a noleggio con conducente.