Serie B

La nuova Serie B: per la promozione sarà una strada molto ripida

Nasce la Serie B 2022/2023 all’insegna della magia e dello spettacolo: dal ritorno di grandi piazze, alle delusioni delle retrocesse. Sorpresa emiliane?

La nuova Serie B: per la promozione sarà una strada molto ripida

Con la promozione del Palermo, la prossima Serie B è stata definita ufficialmente e si prospetta come una delle più competitive degli ultimi anni: tra retrocessioni di lusso dalla Serie A, promozioni a sorpresa, nuove scoperte e mutazioni in panchina, si disegna un campionato di alto livello, in cui la zona playoff rischia di essere particolarmente accesa.

 

Scarpiamo dunque il quadro completo del secondo campionato più importante a livello nazionale, in cui i talenti scoppiano e nuovi club escono dal buio. Da sempre la magia della Serie B è completamente diversa rispetto agli altri campionati, poiché ne esce la vera intensità, del calcio coraggioso, dove nessuno si risparmia e gli schemi sono prevalentemente portati all’offensiva.

 

Non è un caso che, spesso e volentieri le ultime in classifica se la giochino con quelli in vetta, dimostrando che il tasso tecnico non è tutto nel mondo del pallone: alcuni valori, come l’anima e l’amore per lo sport, si possono trovare solamente dove non ci sono riflettori. Dove la purezza non conosce giudizio, ma è solo uno spirito libero che può esprimere ogni lato del proprio carattere.

 

Non è un caso che tanti giocatori prediligono un avventura in B, piuttosto che sedersi in panchina nella massima serie, aspettando che arrivi un’occasione. Tra l’altro il Commissario Tecnico della Nazionale stia tenendo da diverso tempo sott'occhio i migliori elementi del secondo campionato italiano, facendo addirittura esordire alcuni talentini, come Gatti o Zerbin. Cerchiamo dunque di capire come categorizzare, almeno inizialmente, le partecipanti della prossima Serie B, sia a livello di rosa, che di obiettivi predefiniti.

Le magiche otto:

Non è mai semplice pronosticare quali potrebbero essere le papabili otto contendenti per i playoff, necessari per giungere alla Serie A, ma un’idea di base deve esistere, come in tutte le griglie del mondo. In questa specifica categoria ci interessiamo soprattutto a chi già ha vissuto la Serie B lo scorso anno, senza però riuscire ad agguantare il sogno promozione.

 

Da chi ci è arrivato vicinissimo a chi ha deluso completamente le aspettative, senza nemmeno posizionarsi dalla parte sinistra della classifica. Proprio a riguardo, sono due le squadre che devono veramente rinascere, visto il campionato sottotono appena vissuto: SPAL e Parma, entrambe emiliane, che lo scorso anno non sono andate oltre la quindicesima posizione.

 

Per tutti e due i club è stato un risultato da dimenticare, specie per i tanti investimenti fatti dalle società. I crociati si sono rinforzati con giocatori di caratura elevata, come Buffon o Vazquez, che hanno deciso di scendere di categoria pur di riportare in alto i colori gialloblù. Stesso discorso per i “cugini”, che hanno preferito una strategia piùgiovanile” cercando di appoggiarsi a dei talenti non ancora pronti per la A, ma che avessero già fatto qualche minuto con i grandi.

 

Per entrambe le società il fallimento è arrivato dalla panchina, dove ci sono stati troppi cambi: la stabilità è essenziale per poter giungere ad una squadra equilibrata. E in questi casi è mancata una guida concreta, che spronasse i vari gruppi a rilanciarsi. Un anno di stop ci può anche stare, ma da adesso hanno l’obbligo di cambiare passo. Da subito, con Venturato in bianco azzurro e Pecchia, fresco di promozione con la Cremonese, alla guida dei crociati.

 

Il Pisa non deve mollare, dopo essersi vista sfuggire la Serie A a pochi secondi dal fischio finale. I problemi con l’allenatore non stanno aiutando la squadra, che rischia un crollo mentale se le cose non si dovessero velocemente risolvere. Il presidente vuole cambiare aria e cerca di avvicinare uno tra Inzaghi e Andreazzoli alla panchina: vediamo chi avrà la meglio, anche se il rischio di un importante passo indietro sia attualmente concreto.

 

Discorso verosimile a Brescia, dove da un anno si vive nel caos più totale: dalla vicenda ambigua con Inzaghi e il saluto improvviso di Corini, la scelta finale sarebbe ricaduta su Clotet, allenatore che non ha fatto bene alla SPAL lo scorso anno, ricevendo un meritato esonero a gennaio. Chissà se saprà rifarsi al meglio. L’Ascoli ha dovuto salutare Sottil, che ha firmato con l’Udinese, dopo aver fatto di tutto per trattenerlo: alla fine hanno mollato l’osso, richiamando un mister che ha un ottimo rapporto con la piazza.

 

Bucchi, che si è fermato per un po’, aspettando l’occasione giusta per rimettersi in pista. A Benevento si tengono stretti Caserta, che con il suo gioco spettacolare ha sfiorato la vittoria ai playoff: ripartire da lui, costruendo magari una rosa più ampia, visti i tanti infortuni rimediati dai campani nella scorsa annata. Novità Castori in casa Perugia, in cui da anni si aspetta l’occasione giusta per risalire la china.

 

Ci sono andati sempre vicini, fermandosi però a causa di troppe fragilità rispetto alle concorrenti, legate magari ad infortuni o limiti della rosa. Il tecnico ex Carpi è ideale per un progetto da rifondare, su una base di giocatori interessanti. Infine Grosso, che rimane legato al Frosinone, nonostante abbia perso il treno all’ultima giornata. Perderà qualche pedina (come Gatti)  e per questo è necessario un mercato di innumerevoli entrate, per non avere una rosa corta. 

Chi è sceso: 

Dalla Serie A sono scese tre realtà importanti, tutte con storie completamente diverse. Iniziamo dal Venezia, arrivato ultimo, che tra tutte è quella meno sorprendente nel discorso della retrocessione. Da subito ci si aspettava una squadra meno pronta rispetto alle altre, che non avesse realmente rinforzato l’organico, affidandosi ai giocatori utilizzati in B.

 

Adesso la società ha scelto di rimandare Soncin, premiando Javoric, che arriva da una promozione miracolosa con il Sudtirol. Una scelta particolare, specie per gli schemi tattici, che inevitabilmente cambieranno completamente l’assetto dell’attuale rosa. Ben distante dalle sue idee di gioco. Poi vi è il Genoa, che ha deciso di confermare Blessin nonostante la retrocessione.

 

Il tecnico ha praticamente pareggiato tutte le partite fatte in Serie A, non riuscendo comunque  a ricucire le ferite lasciate da Sheva. Il fatto che sia rimasto è stato un “plus” per diversi giocatori importanti, come Destro e Criscito, che hanno deciso di rimanere anche in B per aiutare la causa. Con quella tifoseria euforica è difficile non pensare che siano dei papabili protagonisti del prossimo campionato.

 

Infine vi è il Cagliari, che tra tutte è quello sicuramente più deludente: i sardi hanno una rosa che avrebbe potuto raggiungere con grande facilità la salvezza, ma tanti fattori negativi, tra cambi in panchina e incostanza dei giocatori chiave, hanno trascinato la squadra in fondo al burrone, terminando il campionato tra i fischi dei propri supporter.

 

Metà della rosa vuole andare via e seppur sia arrivato Liverani, ad alzare la carica, non sembra ad oggi sufficiente per mantenere la rosa così tanto competitiva. Devono tenere alta la guardia poiché nessun passo falso può essere perdonato alla famiglia Giulini, che si trova attualmente sul tavolo dei colpevoli.

Due ritorni chiave:

Dalle delusioni delle retrocesse, alle grandi soddisfazioni delle promosse in Serie B. Il livello si alza molto dalla prossima stagione anche grazie al ritorno di alcuni club storicamente importanti, che da anni viaggiano troppo lontano dalla Serie A, a causa di problemi extra campo. Ci riferiamo in particolare modo al Bari e al Palermo, che a distanza di anni possono nuovamente odorare categorie di livello alto.

 

I pugliesi hanno fatto una stagione da favola, rimanendo praticamente imbattuti fino alla matematica promozione. Una squadra che è sicuramente di categoria superiore e che non sarebbe un caso, se riuscisse a giungere immediatamente in A il prossimo anno. Certo, per De Laurentiis non sarebbe il massimo, visto che dovrebbe inevitabilmente rinunciare alla società “del Gallo” o al Napoli, ma il sogno esiste e con qualche colpo mirato, si possono toccare traguardi grossi.

 

Il Palermo invece ha dovuto sudarsela sino alla fine, vivendo un doppio confronto con il Padova davvero intenso. Alla fine l’ha scampata Baldini, grazie al bomber dei bomber, Brunori, che con i suoi 29 goal in stagione, ha trascinato la squadra in alto. I 40mila tifosi del Barbera rendono un’idea di quanto sia essenziale che i club storicamente importanti, tornino a riempire anche le categorie come la B o la A. A livello di rosa sono un po’ indietro, specie per i tanti prestiti a cui devono far fronte, ma per ora si possono ampiamente godere l’estate. 

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