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Fine del periodo BoJo

Il dopo Boris Johnson: fine di un’era. Cosa accade adesso, le tappe

Il premier, sotto la pressione del partito, ha rassegnato le dimissioni. Ora si verso la nomina del nuovo capo dei conservatori. Cosa cambia e toto-nomi

Il dopo Boris Johnson: fine di un’era. Cosa accade adesso, le tappe

Alla fine ha ceduto: nell’arco di poche ore Boris Johnson è passato dalla ferma posizione di colui che non vuole “mollare” alla necessità di dover lasciare, quantomeno (e subito) la guida del partito Tory, i conservatori inglesi. Finisce un’epoca, durata appena tre anni e mezzo, ma segnata dalla Brexit, dalla pandemia Covid e da non pochi scandali, come il “Party-gate” e il caso Picher, che ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Adesso per il Partito che guidava fino a poche ore fa si apre una nuova sfida: trovare un successore che ridia prestigio ai Tory. Ma cosa accadrà al Governo di Londra?

 

Boris Johnson costretto a “cedere”

La decisione "non è stata presa alla leggera", ha sottolineato BoJo, riconoscendo come "nel tempo l'effetto cumulativo dei vostri errori di giudizio hanno sperperato la buona volontà del nostro grande Partito". Insomma, costretto a lasciare, il premier non ammette sbagli propri, ma fa ricadere la responsabilità delle sue dimissioni sul partito che guidava fino a ieri. "Credo che tentare di restare quando c'è la scritta sul muro non può che danneggiare il nostro Partito e quindi il nostro Paese", ha ammesso però nel suo discorso davanti al numero 10 di Downing Street, con a fianco la moglie.

 

Cosa accadrà adesso

Adesso per il Partito dei conservatori si apre un nuovo capito e la prima decisione è quella che riguarda la nomina di un nuovo leader. Scelta non facile perché a Downing street tradizionalmente risiede il leader del partito di maggioranza in Parlamento, ossia proprio i Tories, mentre al momento Johnson ha lasciato la guida, ma rimane (temporaneamente) premier.

I parlamentari conservatori dovrebbero ora esaminare una rosa di nomi di possibili successori attraverso le primarie. Non sarà un processo velocissimo, ma alla fine si arriverà a soli due candidati tra i quali si sceglierà per corrispondenza tra i membri del Partito conservatore. Chi otterrà più preferenze diventerà anche il nuovo leader.  

Secondo la prassi indicata dalla Costituzione, le votazioni si svolgono di martedì e giovedì, ma incombe la data del 21 luglio, che segna l’inizio della pausa estiva del Parlamento britannico e che proseguirà per sei settimane.

Da qui l’ipotesi di aggiungere altre giornate per le votazioni, accelerando la scelta.

 

Verso la nomina di un nuovo premier

Ma la scelta del nuovo capo conservatore non è l’unica alla quale è chiamato il Regno Unito, perché la conseguenza sarà la nomina di un successo di Boris Johnson anche a Downing street. Questo perché il leader del Partito di maggioranza, secondo le norme britanniche, diventa di fatto anche il primo ministro del Paese.

Per il cambio della guardia, però, si dovrà attendere l’autunno, perché solitamente l’investitura avviene in occasione del congresso annuale del Partito, che quest'anno è in programma a inizio ottobre a Birmingham.

Una volta nominato, il nuovo premier potrà indire nuove elezioni, ma si tratterà comunque di scelta a sua discrezione, perché a guidare il Paese deve rimanere il partito di maggioranza. In questo caso si tratta dei Tories, dunque il suo leader che sarà nominato nei prossimi giorni sarà anche “autorizzato” a governare il Paese.

 

I precedenti casi di nomine dei primi Ministri

Nel 2016, in seguito alle dimissioni di David Cameron, Theresa May è diventata leader di partito in meno di tre settimane, dopo la scelta degli altri candidati di abbandonare la corsa. Boris Johnson, invece, era stato nominato nel 2019 dopo due mesi.

All’indomani dell’annuncio delle dimissioni dal Partito, il premier ha confermato che resterà in carica fino alla nomina del suo successore, quindi presumibilmente almeno fino a ottobre, nonostante anche deputato spinga perché lasci anche la guida del governo in tempi più rapidi.

"La tabella di marcia sarà resa nota la prossima settimana", ha tirato dritto Johnson.

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