Fuori programma

Draghi al Colle dal presidente Mattarella. Il confronto durato un’ora

I 5S non votano alla Camera il dl Aiuti. In bilico fiducia al Senato. Berlusconi chiede verifica di maggioranza. La coalizione di unità nazionale traballa

Draghi al Colle dal presidente Mattarella. Il confronto durato un’ora

Il Movimento Cinque Stelle decide di astenersi e, dunque, non vota alla Camera il decreto legge Aiuti. Il leader, Giuseppe Conte, ieri ha fatto sapere che si tratta di “una decisione che era già chiara. C’è una questione di merito per noi importante che avevamo anticipato e una questione di coerenza e linearità, quindi nulla di nuovo”. Una situazione, quella che si è venuta a creare, che non solo mette a rischio il decreto da 23 miliardi di sostegni a famiglie e imprese ma l’intera attività dell’esecutivo.  Non a caso il premier, Mario Draghi, è salito al Colle per un colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durato circa un’ora.

 

Il difficile scenario internazionale e la complicata situazione interna sono stati al centro dell’incontro. Giovedì il Senato dovrebbe votare la fiducia al decreto ma con Conte che si chiama fuori andare avanti come se nulla fosse è praticamente impossibile. Ieri Forza Italia con Silvio Berlusconi ha chiesto espressamente al premier una verifica di maggioranza e di sottrarsi 'a questa logica politicamente ricattatoria”. In serata il partito ha indetto una riunione straordinaria sul contesto politico della coalizione di unità nazionale che sembra andare verso un mutamento certo.

 

A questo punto, senza il secondo partito dell’alleanza di governo, per Draghi il quadro politico si fa davvero difficile. D’altra parte, il contesto economico nazionale e internazionale è talmente complesso che una crisi di governo sembra un azzardo per il Paese. Tant’è. Se Conte deciderà di andare fino in fondo e rompere definitivamente con la maggioranza il dato politico sarebbe di una certa rilevanza nonostante i numeri in Parlamento ci siano. Fino a giovedì, quando a Palazzo Madama si voterà a fiducia sul dl Aiuti, tutto è ancora possibile anche se è evidente che proseguire il mandato in questa incertezza non giova all’azione del governo. Un’agonia lenta che ne depotenzia giorno dopo giorno forza ed efficacia. Per questo è arduo pensare che Draghi possa accettarlo.  

 

Intanto, non mancano le prime reazioni per quanto sta accadendo. Durissimo Matteo Renzi, ex premier e leader di Italia Viva: “Conte è come quei clown che non fanno più ridere, alla fine della carriera. Se i Cinque Stelle hanno qualcosa dire, lo dicano, altrimenti smettano con questa tarantella indecorosa”. La Lega di Matteo Salvini, dal canto suo, avverte che il tema non è solo il decreto Aiuti. “Droga facile, immigrazione e sbarchi facili, il ritorno della legge Fornero e la riforma del catasto. Saremo responsabili sui temi economici ma basta demagogia, non faremo sconti”. Insomma, per il Carroccio molto dipende da quello che accadrà in Parlamento sulla legalizzazione delle droghe leggere – ieri è pure scoppiato il caso Santori – e sullo ius scholae. Salvini potrebbe alzare la posta e decidere di andare allo scontro anche lui. In una simile ipotesi di alternative non ce ne sarebbero molte.

 

Di fronte a una crisi di governo si va al voto, oppure si tenta la formazione di un Draghi bis con una maggioranza diversa. Nel secondo caso sarebbe questione di qualche mese e poi la legislatura si concluderà naturalmente in primavera. Ma quasi tutti sono consapevoli che si tratta di mesi cruciali: per il Pnrr, per le forniture energetiche e per fronteggiare una crisi economica che potrebbe essere più lunga del previsto perché legata alla guerra in Ucraina. Con questi chiari di luna il Paese corre molti rischi senza un timoniere. 

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