L’ultimo saluto

Addio a Eugenio Scalfari, il direttore-imprenditore. Il ritratto

Si è spento ieri a 98 anni a Roma. Una vita caratterizzata da inchieste e decisioni forti. Diede vita al quotidiano La Repubblica. Oggi la camera ardente

Addio a Eugenio Scalfari, il direttore-imprenditore. Il ritratto

Si apre oggi la camera ardente di Eugenio Scalfari, giornalista e fondatore di Repubblica e del gruppo L’Espresso. Aveva 98 anni e si è spento ieri a Roma. È proprio nella Capitale, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, che oggi venerdì 15 luglio è stata organizzata la camera ardente, visitabile dalle 16 alle 19. Nella stessa sala sabato alle 10.30 si svolgerà la cerimonia di commemorazione.

 

L’addio a Scalfari

Nato a Civitavecchia nel 1924, è considerato uno dei più grandi giornalisti italiani del XX secolo: dopo aver contribuito a fondare il settimanale l'Espresso, ha fondato anche il quotidiano la Repubblica, di cui è rimasto direttore fino al 1996. Era nota la sua amicizia con papa Francesco, che negli anni gli ha concesso diverse interviste esclusive.

 "Il mio funerale l’ho sempre immaginato come un’allegra festa di donne che ballano, cantano, si divertono". Così aveva risposto Eugenio Scalfari nel libro intervista Grand Hotel Scalfari, a cura di Francesco Merlo e Antonio Gnoli.

A dargli l’ultimo saluto oggi sono attesi in molti.

 

Da Roma alla Liguria e ritorno

A Roma Scalfari aveva frequentato il liceo classico Mamiami, prima di spostarsi a Sanremo a causa del lavoro del padre, dove aveva avuto come compagno di banco Italo Calvino. Dopo aver iniziato gli studi universitari a Genova, era tornato a Roma dove si era laureato all'Università La Sapienza in Giurisprudenza e aveva ha iniziato, quando era ancora uno studente, la carriera giornalistica.

Per molti è stato 'il Fondatore' o anche 'Barbapapà', per la barba patriarcale, che unita al suo carattere deciso e vivace, lo caratterizzava.

 

Lo Scalfari giornalista

Iniziò a scrivere su alcune riviste fasciste, per venire poi espulso in quanto ritenuto un imboscato. Nei primi anni '50 iniziò le prime collaborazioni importanti con il Mondo di Pannunzio e l'Europeo di Arrigo Benedetti. Nel '55 con quest'ultimo (di cui aveva sposato la figlia) fondò L'Espresso, primo settimanale italiano d'inchiesta, ricoprendo il doppio ruolo di direttore amministrativo e collaboratore per l'economia.

Diverse le inchieste curate da Scalfari, come quello sullo scandalo della Federcorsorzi, per la quale fu condannato, ma evità il carcere grazie alla candidatura offertagli dal Psi in Parlamento e che lo portò a diventare deputato nel '68. La sua carriera parlamentare dura solo una legislatura, mentre i suoi editoriali della domenica sono un appuntamento fisso per decenni.

Iniziò poi il gelo con Bettino Craxi e anche l’amicizia con Silvio Berlusconi si trasformò in scontro. Nel frattempo aveva fondato La Repubblica nel 1976, per lasciarla 20 anni dopo a Ezio Mauro, pur restando editorialista del quotidiano.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA