
Nessuna tregua, nessun rallentamento, anzi da un lato l’offensiva russa si intensifica, dall’altro l’Ucraina non vuole cedere, come conferma l’ultimo videomessaggio del presidente, Volodymyr Zelensky: "Rimarremo in piedi e vinceremo. Ricostruiremo una vita normale. Lo faremo insieme. Questo è l'unico modo possibile. Questo è il nostro dovere verso tutte le generazioni del nostro popolo che hanno combattuto per la libertà e la sovranità per l'Ucraina", ha ribadito il leader ucraino nel consueto messaggio video della sera.
Attacchi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia?
La notizia è stata diffusa da fonti ucraine: secondo Kiev, la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa che è occupata dall'esercito russo, sarebbe usata come scudo per lanciare attacchi. Sirene anti-aeree hanno risuonato a Kiev, cosa che non accadeva da fine giugno.
Ma a preoccupare sarebbe l’intensificazione delle operazioni militari da parte delle forze di Mosca.
Nuove offensive russe
Le forze russe si preparano per una nuova fase dell'offensiva. Lo riferisce Vadym Skibitsky, rappresentante della direzione dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, come riferito dal Kiev Independent. Sempre il sito ucraino riferisce che nelle scorse ore si sono contati i danni dell’attacco missilistico da parte delle truppe russe su Pokrovsk, che ha provocato diversi morti e feriti. Un bilancio ufficiale, però, ancora non è stato reso noto, come confermato da fonti della polizia locale e dal sindaco di Pokrovsk, Ruslan Trebushkin. I militari di Mosca hanno colpito obiettivi civili due volte. Almeno 27 case sono state danneggiate.
Interferenze russe
In merito ai trambusti politici italiani ed europei Mikhailo Podolyak, consigliere del Presidente ucraino scrive su Twitter: "La tradizionale lotta politica interna nei paesi occidentali non deve intaccare l'unità nelle questioni fondamentali della lotta tra il bene e il male. In particolare, sulla fornitura di armi all'Ucraina". E aggiunge: "Non possiamo permettere al Cremlino di usare la concorrenza politica come arma per minare le democrazie".