
Un comandante lascia Napoli. Alla fine, il leader indiscusso dei partenopei, Kalidou Koulibaly, ha deciso di cambiare aria dopo tanti anni in maglia azzurra, dove ha dato l’anima per la maglia azzurra. Una scelta dettata da diversi fattori, che messi insieme hanno portato ad una separazione obbligatoria, che indubbiamente lascia l’amaro in bocca ai tifosi. La gestione del presidente De Laurentiis, in questo periodo, sta lasciando diversi dubbi e le critiche nei suoi confronti sono assolutamente giustificate. Sta spaccando uno spogliatoio, un gruppo cresciuto nella coesione e nella passione per la città. La sua voglia di essere più grande del dovuto ha allontanato pezzi importanti della squadra. Giocatori non intenzionati a rimanere, a causa delle condizioni mediocri proposte dal proprietario della società. Tra cali di stipendi ingiustificati e offerte alquanto ridicole per giocatori dal grande valore, il rapporto con la tifoseria ha ormai toccato il basso fondo, senza possibilità di riconciliazione.
Questa Napoli lo sta distruggendo lui e finché non si decide a venderlo, le cose possono solamente peggiorare. Facendo un passo indietro, gli addii di Cavani e Hamsik sono stati la prima mattonella negativa messa in luce dal presidente, che ha deciso di allontanare alcuni giocatori chiave per semplice gusto personale. Degli allontanamenti che ancora oggi non vengono accettati dal pubblico della Curva B. Ancora peggio probabilmente è la vicenda che riguarda Insigne, uomo copertina delle ultime annate, che è stato cacciato come se fosse un giocatore qualsiasi. Nessuna riconoscenza, né tantomeno rispetto per ciò che ha dato al club, nonostante avesse avuto negli anni offerte di un certo livello, sicuramente più importanti rispetto al progetto azzurro.
Il suo cuore promesso a Napoli è stato allontanato senza un motivo vero. Un’offerta da poco meno di due milioni di euro, uno stipendio praticamente dimezzato ad un anno dalla scadenza: intollerabile per una società che punta addirittura allo scudetto. Non può essere una sorpresa che gli obiettivi non vengano mai rispettati, visto che la dirigenza continua a fare passi indietro, invece di cercare le soluzioni per il salto di qualità definitivo. In questa sessione di mercato le cose stanno addirittura andando in discesa, visto che oltre ad Insigne e Koulibaly, anche Mertens ha lasciato la sua squadra, quella per cui ha dato anima e corpo, senza essere però ripagato a dovere.
Il suo immenso amore per la città lo tiene ancora legato ad un filo, con la speranza di essere richiamato, ma se avesse sbattuto la porta in faccia al numero uno del club, sicuramente nessuno avrebbe potuto biasimarlo. Per fortuna del gruppo, il belga sta venendo incontro alle cifre (basse) proposte dal club, per poter mettere a segno il suo grande desiderio di chiudere a Napoli la carriera. Una speranza però che non migliora la posizione di una dirigenza perlopiù mediocre. Non è un caso che Giuntoli sia stato attaccato dai tifosi per delle spiegazioni, ma che abbia fatto fatica a rispondere: impensabile vedere tutti i leader andare via.
E con loro anche altri elementi importanti, come Ruiz o Osimhen, indecisi se voler proseguire la carriera in un posto così poco riconoscente. Insomma, un ambiente generale surriscaldato, che rischia fortemente di scoppiare. Il più preoccupato attualmente rimane Spalletti, che non sta vedendo i risultati sperati da parte della società. L’assenza completa di acquisti, unita agli addii di pedine fondamentali, rischiano di creare un’ulteriore tensione nel club, che potrebbe ritrovarsi anche un tecnico scontento. L’allenatore toscano ha chiesto un summit immediato con il DS per poter discutere delle prossime mosse del club, che però sembrerebbe fermo anche dopo le numerose cessioni.
Se le intenzioni sono quelle di lasciare nelle sue mani una rosa non competitiva, non è da escludere un clamoroso addio del tecnico, intenzionato a proseguire solamente con un gruppo competitivo, che possa giocarsela con le altre tre big del campionato.
Un addio doloroso
Tutto molto in fretta. Forse troppo, neanche il tempo di salutare i suoi tifosi, che Koulibaly si è ritrovato in aeroporto, direzione Londra. Ad aspettarlo vi è il Chelsea, che ormai da un mese sta cercando il sostituto di Rudiger, trasferito a Madrid alla fine dello scorso campionato. Il centrale senegalese è il rimpiazzo perfetto per Tuchel, che per il suo gioco ha bisogno di una torre imponente in mezzo alla retroguardia, che possa sicuramente difendere, ma anche risultare pericoloso in zona goal. Operazione complessiva da 38 milioni di euro più 2 di bonus, mentre al giocatore vanno 10 milioni a stagione per cinque anni.
Una cifra importante, che va ben oltre i 6 milioni proposti dal Napoli per poterlo far rimanere. Una cifra simile a quella incassata da Insigne in Canada, che giustifica dunque gli addii dalla terra partenopea, non abbastanza valida economicamente. Se si vogliono tenere certi giocatori, sono necessari investimenti ben più importanti.
Il sostituto:
Non è semplice sostituire un pezzo di storia come il senegalese, che da anni rappresenta la difesa partenopea. I nomi che circolano devono essere concretizzati al più presto, per poter fornire a Spalletti una rosa accettabile per la prima giornata di campionato.
Nella prossima stagione torna la Champions League ed è necessario poter avere giocatori validi per affrontarla al meglio. Ad oggi in mezzo alla difesa si può contare unicamente su Rahmani e Juan Jesus, giocatori che hanno fatto bene sicuramente, ma che non sono minimamente al livello del senegalese. Ecco allora che sono partite le prime richieste per tre giocatori in particolare: Kim, Acerbi e Diallo. Il primo è sicuramente il preferito della dirigenza, che lo segue ormai da sei mesi. Il Fenerbahce chiede una cifra altra, visto che nel contratto del centrale è prevista una clausola rescissoria pari a 20 milioni di euro. L’intenzione degli azzurri è però quella di acquistare il giocatore ad un prezzo sicuramente inferiore, arrivando al massimo ad un’offerta di 15 milioni, con magari una formula particolare. Le due società hanno già un buon rapporto, ma il difensore rappresenta uno dei punti fermi per il club: non è un’operazione agevole e bisogna lavorare in particolare modo sui bonus.
Per quanto riguarda Acerbi, la difficoltà è trattare con Lotito. Il presidente della Lazio è sempre stato un osso duro e nonostante il giocatore sia in collisione con il pubblico capitolino, vuole comunque ricavare il massimo dalla sua cessione. Il prezzo di base dovrebbe essere di circa 5 milioni di euro, ma vista l’età e la condizione fisica, Giuntoli non vorrebbe andare oltre alla metà. Una trattativa che rischia di andare avanti parecchio tempo, anche se le poche richieste per il difensore italiano aiutano gli azzurri. Infine Diallo, il difensore “low cost” su cui ci sono anche gli sguardi di Milan e Roma, tra le altre. Un giocatore che sa il fatto suo, ma che ha sempre giocato da seconda linea, senza riuscire a dimostrarsi importante.
Una scelta rischiosa, che forse non rappresenta al meglio un ruolo delicato come il nuovo “KK”. I parigini per lui chiedono poco più di dieci milioni di euro, che è una cifra abbordabile il budget pensato dalla società. Certo, se è vera la storia del “non abbiamo avuto scelta”, allora quei 40 milioni di euro incassati, potrebbero essere investiti nuovamente su un nome da big. Anche se la sensazione è che si preferisca investire altrove.