Da Bruxelles

Crisi energetica, oggi il piano anti-sprechi europeo approda in aula

Previsti tagli obbligatori nei consumi, dal 5% al 20%. Si tenta di aggirare l’ostacolo del veto e arrivare pronti all’inverno 2022, risparmiando risorse

Crisi energetica, oggi il piano anti-sprechi europeo approda in aula

Il piano europeo è pronto e ha come obiettivo affrontare il prossimo autunno-inverno, previsto da molti come critico sul fronte dei consumi energetici, in conseguenza della guerra in Ucraina. Il testo viene presentato oggi ed è previsto un meccanismo a maggioranza qualificata, che permetterebbe di impedire che qualche Paese membro dell’Ue imponga il veto alle misure.

 

Cosa prevede il piano anti-sprechi

Il provvedimento più importante riguarda un taglio obbligatorio dei consumi a livello europeo sulle forniture di gas. Lo scopo è ridurre la domanda complessiva, di fronte al calo delle forniture dalla Russia, sia in conseguenza delle sanzioni, sia per la sospensione dell’attività del Nord Stream 1, formalmente a causa di lavori di manutenzione, fino almeno al 21 luglio (ma Gazprom ha anticipato che lo stop sarà quasi certamente prolungato).

La Commissione europea, dunque, presenta oggi il piano, di cui nelle scorse ore sono circolate anticipazioni.

 

Come superare il veto

Uno degli ostacoli principali che la Commissione Ue ha tentato di superare è il possibile veto da parte di alcuni Paesi membri, come accaduto in passato, ad esempio per il taglio delle forniture dalla Russia a cui si era opposta l’Ungheria.

Secondo quanto scrive Politico, il piano di Bruxelles prevede un meccanismo giuridico che consente ai Paesi di decidere se adottare o meno le misure a maggioranza qualificata. In questo modo si potrebbe aggirare sia il Parlamento europeo, sia la possibilità dei singoli Paesi di porre il veto ai piani.

Ora il cronoprogramma prevede di ottenere il via libera dal Consiglio europeo durante il vertice straordinario sull’energia previsto per il 26 luglio.

 

Di quanto si taglierà

Un altro aspetto molto atteso riguarda, nel dettaglio, l’entità dei tagli previsti: al momento si prevede una forbice tra il 5% e il 20%, con la possibilità realistica di raggiungere un accordo finale tra il 10% e il 15% per cento.

Ciò che invece sarebbe scomparso è il riferimento all’obbligo di limitare le temperature negli edifici pubblici: si era parlato di riscaldamento a non oltre 19° C e condizionatori a non oltre 25 °C, contenuti in una prima versione del testo.

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