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Verso il voto, con vitalizio garantito: ai parlamentari anche il Tfr

La legislatura termina in anticipo, le Camere sono sciolte, ma deputati e senatori avranno diritto sia alla “pensione” e all’assegno di fine mandato

Verso il voto, con vitalizio garantito: ai parlamentari anche il Tfr

Il count down in vista delle elezioni anticipate è iniziato e con esso anche la campagna elettorale. L’appuntamento alle urne è stato fissato al 25 di settembre ed entro il 22 agosto dovranno essere presentate le liste con i candidati e i simboli.

La novità sarà che il numero di deputati e senatori sarà ridotta, passando da 945 a 600, dunque molti parlamenti non rientreranno a Montecitorio. Per chi esce, però, è garantito il vitalizio, insieme al Tfr, il Trattamento di fine rapporto.

Ecco perché e come funziona.

 

Vitalizio garantito

I parlamentari al primo mandato hanno diritto alla pensione dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura. Nel caso degli attuali deputati e senatori, questo termine si raggiunge il 24 settembre, un giorno prima delle elezioni. Fino ad allora, nonostante le Camere siano formalmente sciolte, l’attuale Parlamento sarà ancora in carica, anche perché i nuovi rappresentanti eletti il 25 settembre potranno entrare in carica ufficialmente e probabilmente soltanto il 13 ottobre, quando è previsto l’insediamento formale. Quindi parte degli attuali deputati e senatori potrà beneficiare del trattamento pensionistico

In particolare, i parlamentari di nuova nomina della legislatura in corso erano 427 su 630 (il 68%) alla Camera dei deputati e 234 su 315 (il 73%) al Senato.

 

Quando sarà incassato l’assegno

A erogare il trattamento è l’Istituto nazionale di previdenza sociale, ma non prima del compimento dei 65 anni di età dei parlamentari aventi diritto. Non solo: a differenza del passato, anche per questa categoria varrà il sistema di calcolo contributivo, in seguito alla riforma del 1° gennaio 2012 (governo Monti) che ha uniformato il trattamento di deputati e senatori a quello del personale della Pubblica amministrazione.

Il cambio delle norme ha cancellato di fatto la possibilità che la pensione potesse maturare – come avvenuto in passato - anche dopo un solo giorno di legislatura, con calcoli che garantivano una somma molto superiore rispetto ai contributi versati. Quel sistema, che ha dato vita al termine "vitalizio", oggi però non esiste più. “Chi dovesse essere rieletto deve sapere che il requisito anagrafico diminuisce di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni per ogni anno di mandato oltre il quinto” chiarisce Skytg24.

 

Ai parlamentari anche il Tfr

Oltre al cosiddetto “vitalizio”, dunque, c’è anche un contributo paragonabile al Tfr, il Trattamento di fine mandato. In questo caso l’ammontare dell’assegno è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità che ogni deputato e senatore versa mensilmente, ossia 784, 14 euro lordi. Il Tfr, quindi, sarà calcolato in base agli effettivi quattro anni e sei mesi in cui sono rimasti in carica e si attesterà sui 50 mila euro.

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