l’allerta sanitaria

Vaiolo delle scimmie, Oms: “Ora c’è l’emergenza globale”. Quali rischi

Il direttore dell’agenzia OMS proclama l’emergenza, nonostante i dubbi del consiglio. Italia 10° al mondo per numero di casi. Bassetti: “Serve il vaccino”

Vaiolo delle scimmie, Oms: “Ora c’è l’emergenza globale”. Quali rischi

Il vaiolo delle scimmie ora fa più paura. I numeri sono in crescita: il paese più colpito, con oltre 4.000 casi, è la Spagna, seguita dagli Stati Uniti. In Europa sono ben 7 i Paesi nei quali sono stati segnalati casi della malattia e l’Italia figura al decimo posto al mondo.

Da qui l’annuncio del direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una conferenza stampa: “Il Vaiolo delle scimmie è un'emergenza sanitaria globale”.

 

Scatta l’allerta dell’Oms: perché

 La decisione di voler dichiarare l’emergenza sanitaria globale deriva dalla considerazione sui numeri in crescita della malattia nel mondo. Si tratta del più alto livello di allerta dell'Oms. L'obiettivo dell'allerta, però, non è tanto dato dai rischi in sé della malattia, quanto dal cercare di contenere l'epidemia di vaiolo delle scimmie, che ha colpito quasi 17.000 persone in 74 Paesi.

"Ho deciso di dichiarare un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale", ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus durante una conferenza stampa, precisando che il rischio nel mondo è relativamente moderato a parte l'Europa dove è alto.

Nel Vecchio Continente, infatti, sono ben sette i Paesi dove sono stati segnalati casi. In Italia sono oltre 400.

 

I numeri e la posizione del comitato Oms

Come spiegato da Ghebreyesus, non si è trattato di una decisione facile né unanime: il comitato di esperti non è riuscito a raggiungere un consenso univoco, rimanendo diviso sulla necessità di attivare il massimo livello di allerta. Alla fine, dunque, è toccato al direttore generale decidere e Ghebreyesus ha optato per il livello massimo.

È stato lui stesso a motivare la scelta, poi supportato dal responsabile delle emergenze dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Mike Ryan, che ha chiarito: "È un invito all'azione, ma non è il primo". La speranza è di portare a un'azione collettiva contro le malattie, forse anche per evitare i ritardi registrati in occasione della pandemia Covid.

Da inizio maggio, quando è stata rilevata al di fuori dei paesi africani dove è endemica, la malattia ha colpito più di 16.836 persone in 74 Paesi, secondo il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) il 22 luglio.

 

Cosa accade in Italia

Il ministero della Salute ha emesso un’ordinanza con la quale predispone le modalità di segnalazione dei singoli casi, in collaborazione con Regioni e Province Autonome. In Italia finora sono stati registrati 407 casi con tendenza alla stabilizzazione. La situazione è sotto costante monitoraggio, “ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi", ha rassicurato il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.

In provincia di Cremona sono stati riscontrati i primi due casi, attestati dall'Ats Val Padana: uno dei due contagiati è già guarito, l'altro è ancora sottoposto a terapia specifica ma sta bene. "Nessuno ha rivelato problematiche particolari - spiega Luigi Vezzosi, dirigente medico dell'Unità operativa Prevenzione malattie infettive di Ats - e si è trattato per lo più di monitoraggi cautelari seguiti da isolamento". I due casi cremonesi sono apparentemente scollegati fra loro, con residenze in due diversi paesi della provincia. E nessuno dei due aveva viaggiato prima di contrarre il virus.

 

 

L’Ema raccomanda il vaccino contro il vaiolo umano

A rassicurare è il fatto che, diversamente da quanto accaduto per esempio con il coronavirus, il virus del vaiolo delle scimmie si tratte soprattutto per via sessuale, quindi le modalità di contagio sono più controllabili tramite comportamenti responsabili.

Intanto il comitato per i medicinali per uso umano dell'Agenzia europea del farmaco (EMA) ha raccomandato di estendere l'indicazione del vaccino contro il vaiolo Imvanex, cioè quello umano, anche per includere l'uso per la protezione degli adulti dal vaiolo delle scimmie.

 

Bassetti: “Finalmente l’Oms ha capito”

"Siamo arrivati a 15mila casi di vaiolo delle scimmie in più di 70 Paesi nel mondo, che probabilmente rappresentano la punta dell'iceberg. È verosimile pensare che siano 5-6 volte di più: siamo vicini, quindi, ai 100 mila casi reali. L'Italia rimane fra i primi 10 Paesi, con circa 400 casi. Sono numeri impressionanti", ha commentato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che aggiunge: "Nessuno vuole fare allarmismo, ma occhio a sottovalutare problema. Sarebbe il caso di partire ora con un'importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia".

"Estendere il vaccino per il vaiolo umano con l'indicazione anche per vaiolo scimmie mi sembra appropriato - commenta Bassetti, all'indomani del via libera dell'Agenzia europea del farmaco - è evidente che servirebbe un vaccino più specifico, ma in questo momento può andare bene allargare l'indicazione". "Forse il nome vaiolo delle scimmie ci fa pensare a qualcosa di lontano da noi - riflette l'infettivologo - sarebbe più il caso di dire che è il vaiolo della pelle, visto che dà tipicamente lesioni della cute. All'inizio il problema è stato sottovalutato, in Italia ma anche a livello internazionale, e nel giro di poco più 2 mesi si è arrivati a un numero impressionante di casi, non ce n'erano mai stati così tanti prima".

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