
"Mosca aiuterà il popolo ucraino a sbarazzarsi del regime antipopolare e antistorico di Kiev", ha detto. "Siamo solidali con il popolo ucraino, che merita una vita migliore. Ci dispiace che la storia ucraina venga rovinata sotto i nostri occhi e ci dispiace per coloro che hanno ceduto alla propaganda di stato del regime di Kiev e per coloro che sostengono questo regime, che vuole che l'Ucraina sia l'eterno nemico della Russia", ha affermato il ministro degli Esteri russo in visita al Cairo, dove ha incontrato il presiedente egiziano Abdel Fattah al Sisi.
Serghei Lavrov, come riportato dall’agenzia Tass, ha aggiunto: "I popoli russo e ucraino continueranno a vivere insieme".
Mosca conferma l’impegno sull’export di grano ucraino
Sempre Lavrov ha spiegato che sarà una terza parte a garantire la sicurezza delle navi che trasportano il grano ucraino insieme alla Russia e alla Turchia. "Siamo riusciti a raggiungere un accordo a Istanbul: l'Ucraina sminerà i porti e lascerà che le navi prendano il mare, mentre Russia, Turchia e un'altra parte, che sarà determinata in seguito, scorteranno le navi verso il Bosforo", ha dichiarato il ministro russo, che poi ha aggiunto: "Non abbiamo pregiudizi riguardo ad una ripresa di colloqui con Kiev su un ampio spettro di temi che vadano oltre il grano, dipende dagli ucraini”.
Lavrov ha poi aggiunto che l'Occidente deve rimuovere gli ostacoli che ha posto alle esportazioni di cibo e fertilizzanti russi, se vuole risolvere la crisi alimentare: "Per quanto riguarda il cibo, i nostri colleghi occidentali sono molto preoccupati per questa situazione. Devono rimuovere gli ostacoli che si sono creati da soli", perché sebbene non sono state imposte sanzioni contro generi alimentari e fertilizzanti russi, "sono state imposte sanzioni contro le aziende che assicurano le forniture alimentari, contro le aziende che assicurano i pagamenti per il cibo".
Lavrov prosegue il viaggio in Africa
Intanto, dopo aver confermato l’attacco russo a Odessa, Lavrov ha incontrato il presidente egiziano al Sisi, per poi proseguire il suo viaggio verso altri Paesi dell’Africa fino al 28 luglio, con le prossime tappe che lo vedranno anche in Uganda, Etiopia e Repubblica del Congo.
Il ministero della Difesa di Mosca aveva già confermato che nel raid sul porto di Odessa erano "stati distrutti una nave da guerra ucraina e un deposito di missili Harpoon forniti dagli Stati Uniti a Kiev". Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ritiene però che l’attacco abbia distrutto la possibilità di un dialogo o di un'intesa con Mosca