La visita del Santo Padre è iniziata con un baciamano. Subito dopo l’atterraggio a Edmonton, nella provincia dell’Alberta, Papa Francesco ha incontrato la governatrice generale, Mary Simon, e il primo ministro, Justin Trudeau.
Chiaro il motivo del viaggio – il 4° in Canada per un Papa e il 37eismo dall’inizio del suo pontificato, anticipato via Twitter: "Cari fratelli e sorelle del #Canada, vengo tra voi per incontrare le popolazioni indigene. Spero che, con la grazia di Dio, il mio pellegrinaggio penitenziale possa contribuire al cammino di riconciliazione già intrapreso. Per favore, accompagnatemi con la #preghiera".
Il Papa e le vittime degli abusi
Il pensiero, dunque, corre ai nativi vittime di abusi e proprio dalla comunità autoctona First Nations era arrivato un invito forte, alla vigilia dell'arrivo di Papa Francesco: "È un momento storico importante per i sopravvissuti del sistema scolastico residenziale e del danno causato dalla Chiesa cattolica. Siamo stati colpiti tutti da questo sistema, direttamente o indirettamente. Queste scuse riconoscono quanto abbiamo vissuto e creano un'opportunità per la Chiesa di riparare ai rapporti con i popoli indigeni in tutto il mondo. Ma non finisce qui: c'è molto da fare. È solo un inizio", aveva affermato il Gran Capo, George Arcand Jr.
Il percorso a cui si fa riferimento è quello di "guarigione e riconciliazione" dopo gli orrori del sistema delle "scuole residenziali", sostenuto in gran parte anche dalla Chiesa cattolica, nel programma governativo di assimilazione delle popolazioni aborigene. Il "pellegrinaggio penitenziale" di Papa Francesco tra le comunità native canadesi segue i precedenti incontri con le comunità locali a Roma e sostiene la volontà di chiedere perdono per gli abusi commessi dalla Chiesa “colonialista”.
Le scuole residenziali: cosa sono
Si tratta di istituti, gestiti dalla Chiesa cattolica, nei quali si stima siano stati mandati circa 150mila bambini delle Prime Nazioni: Métis e Inuit sono stati obbligati a frequentare una delle 139 scuole distribuite in tutto il Paese, rompendo il legame con famiglie, lingua e cultura, per diventare cristiani. In passato sono stati scoperti abusi di vario tipo, dalle percosse a scopo punitivo-intimidatorio fino a violenze sessuali. Almeno 4mila bambini vi sarebbero morti a causa di malattie, fame e freddo, dal 1883 fino alla fine degli anni ’60, anche se l’ultima scuola fu chiusa solo nel 1996.
"È certamente impossibile rispondere a tutti gli inviti e visitare tutti i luoghi, ma il Santo Padre è sicuramente mosso dalla volontà di manifestare una concreta vicinanza - assicura a Vatican News il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin - Ecco, direi che vicinanza è, anche in questo caso, la parola chiave: il Papa non intende solo dire delle parole, ma soprattutto farsi vicino, manifestare la sua vicinanza in modo concreto. Perciò si mette in viaggio, per toccare con le sue mani le sofferenze di quelle popolazioni, pregare con loro e farsi pellegrino tra di loro".