Verso il voto, il 25 settembre

Mr Spending Rewiew Cottarelli va col Pd. Meloni e Letta si azzuffano

Intanto Calenda e Renzi oggi si uniscono in matrimonio. Da domani ed entro il 14 agosto vanno depositati i contrassegni per partecipare alle elezioni

Mr Spending Rewiew Cottarelli va col Pd. Meloni e Letta si azzuffano

E alla fine Mister Spending Review, l’uomo con il trolley sempre pronto, si è lasciato attirare dalle sirene del Pd e di +Europa ed ha deciso di scendere in campo e candidarsi alle prossime elezioni politiche del 25 settembre 2022. Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio Conti pubblici e figura stimata dal presidente Mattarella, sarà come sottolineato ieri dallo stesso segretario dem in conferenza stampa “una delle principali punte di diamante della campagna elettorale". Ma non solo, perché il direttore servirà anche ad indebolire gli avversari e a prendersi la rivincita nei confronti dello “strappatore” Calenda, l'economista infatti ha lavorato al programma di Azione ed era considerato uno dei suoi papabili esponenti. "E' stato per me naturale accettare l'offerta. Ci unisce una visione progressista e non conservatrice. L'avversario principale è chi porta avanti la visione conservatrice". Ha detto Cottarelli in videocollegamento con Letta, Bonino e Della Vedova. Fra Cottarelli, che sarà capolista con il Pd (Democratici e progressisti) nel proporzionale e sarà presente in un collegio uninominale al nord, e le posizioni di due alleati del Pd, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, "non c'è contraddizione - ha affermato Letta - anzi, proprio la candidatura di Cottarelli dimostra che ci sono tanti punti comuni e la capacità di andare oltre le singole frontiere dei singoli partiti".

 

Le stoccate di Bonino e Letta

Nelle stesse ore si consuma l'attacco frontale di Emma Bonino nei confronti del suo ex alleato e quello di Letta nei confronti di Giorgia Meloni. La leader di +Europa si è scagliata su Calenda rivolgendogli accuse pesanti: "Mai avevo visto un voltafaccia così repentino, immotivato e anche truffaldino". Ma non meno velenosa è stata poi la replica del leader di Azione su Twitter: "Emma Bonino, io sono una persona educata, Cerca però di non perdere il controllo di te stessa. Grazie".

Mentre Letta manda a dire alla Meloni che è inutile incipriarsi se poi i suoi punti di riferimento rimangono Orban e Vox. Parole che la Meloni ha respinto con forza al mittente: "Non accettiamo lezioni da chi si erge a paladino dell'atlantismo ma poi stringe patti con la sinistra radicale nostalgica dell'Urss - ha risposto la leader di FdI - Noi non abbiamo bisogno della cipria, mentre voi non riuscireste a coprire le vostre contraddizioni neanche con lo stucco". Poi, l'affondo: "Al netto della misoginia che questa frase tradisce e dell'idea secondo la quale una donna dovrebbe essere attenta solo a trucchi e borsette, il vostro problema è che non ho bisogno di 'incipriarmi' per essere credibile". Malgrado l'ordine di scuderia sia "guardiamo avanti", lo strappo di Calenda brucia ancora. 

 

Il caso Musumeci-Prestigiacomo

Intanto in casa del centrodestra scoppia il caso Musumeci-Prestigiacomo. Con il ritiro annunciato dal governatore Nello Musumeci, per un suo bis alla regione Sicilia da sempre appoggiato da FdI, Forza Italia (appoggiata anche dalla Lega) rivendica il suo diritto di prelazione e lancia il nome di Stefania Prestigiacomo, ma la Meloni non ne vuole sapere e su Twitter ribadisce: "in Sicilia il candidato migliore per noi rimane Nello Musumeci". E attacca i suoi alleati azzurri: "Non ci si può chiedere di sostenere un candidato che saliva sulla Sea watch con il Pd" riferendosi alla ministra siciliana, senza farne il nome.

 

Berlusconi si ricandida al Senato

Silvio Berlusconi si ricandida al Senato con quel desiderio di rivalsa, dopo la "cacciata" dal Senato nove anni fa per via della legge Severino:  "Penso che mi candiderò, così faremo tutti contenti, dopo aver ricevuto pressioni da tanti, anche fuori da Forza Italia", ha annunciato l'ex premier a Radio anch'io. Sciolta la riserva personale, B. lancia una sorta di endorsement a Giorgia Meloni per Palazzo Chigi: "Noi abbiamo detto che chi ha più voti proporrà al capo dello Stato il nome del candidato premier, se sarà Giorgia, io sono sicuro che si dimostrerà adeguata al difficile compito". 

 

Renzi-Calenda oggi è il giorno della verità

Oggi è il giorno del possibile e definitivo "matrimonio" tra Italia Viva e Azione per quello che è stato ribattezzato Terzo Polo. Carlo Calenda ieri ha affermato che l'intesa con Renzi "sulle cose di fondo" è ormai raggiunta anche se entrambi si stanno dimostrando molto prudenti. Lo stesso Matteo Renzi intervistato da Massimo Giannini su La Stampa.it, si definisce infatti "ottimista ma anche prudente".

"Se si fa l'accordo - spiega Renzi a Giannini - bisogna capire qual è la prospettiva per la prossima legislatura, se c'è un progetto serio: le candidature e le liste sono le cose più facili su cui accordarci. La domanda vera è: 'vogliamo fare un polo del buon senso nella prossima legislatura? Io sono ottimista e prudente. Penso che dobbiamo vederci e decidiamo se si o no".

Poi il direttore gli chiede sulla futura leadership del terzo polo. "Io -risponde Renzi - sono pronto a fare un passo indietro sulla leadership ma prima viene l'accordo e poi i nomi, che, come dicevano i latini, sono conseguenza delle cose. Io che non sono una mammoletta, dico che prima viene il progetto politico poi viene la generosità personale". 

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