Venezia 79, gli undici minuti di applausi per il film “Monica”

Undici minuti di applausi per Monica, di Andrea Pallaoro, il secondo film in gara a Venezia 79, interpretato dall’attrice transgender, Trace Lysette. E’ una storia familiare che racconta il ritorno a casa di Monica per assistere la madre ammalata (Patricia Clarkson). “Qui racconto un'eroina moderna, un personaggio pieno di coraggio e generosità che riesce a perdonare di essere stata abbandonata”, ha spiegato il regista Andrea Pallaoro, (dopo Hannah, con Charlotte Rampling, questo è il secondo capitolo di una trilogia).“E’ vero, è un trans, ma questo se all'inizio è stata una molla della storia, poi durante il film è passato quasi in secondo piano e la storia diventa quella di una figlia che trova la madre e la famiglia dopo tanta assenza, che vuole recuperare il tempo perduto la memoria che la mamma malata ha perso diventa il centro di tutto e l'accettazione dell'altro il fondo delle relazioni umane".

"Monica è un momento fondamentale”, ha detto Trace Lysette, 34 anni, con una nonna napoletana: “Per me è una grande opportunità, raccontare quello che sono ma anche essere considerata un'attrice a pieno titolo".

La politica è il tema del film dell’argentino Santiago Mitre, Argentina, 1985, che racconta il processo ai comandanti della dittatura militare degli anni Ottanta.

Debutto per Laura Poitras con il documentario All the beauty and the bloodshed, sull’attivista Nan Golding che lotta contro la famiglia Sackler, proprietaria di una casa farmaceutica, ritenuta fra i responsabili, della crisi degli oppioidi in Usa.