Maltempo e ambiente

Alluvione nelle Marche, è l’ora delle inchieste e delle responsabilità

Mentre sono proseguite le ricerche dei dispersi e i lavori di ripristino, la Procura ha aperto un fascicolo. Sequestrati alcuni documenti in Regione

Alluvione nelle Marche, è l’ora delle inchieste e delle responsabilità

Al dolore si aggiunge l'inchiesta. Dopo ore e ore di ricerche dei dispersi e mentre la comunità di Senigallia e Cantiano, nel centro-nord delle Marche, cerca di rimettersi in piedi dopo l'alluvione di giovedì notte, la Procura muove i primi passi. I nomi degli indagati non ci sono ancora, ma sembra sia questione di ore. 

Di sicuro sono stati posti sotto seqeustro i primi documenti, dopo due sopralluoghi presso gli uffici della Regione Marche. 

 

Si cerca di individuare i possibili responsabili

Il Procuratore aggiunto, Valeria D'Agostino, e la pm, Valeria Cigliola, hanno intanto aperto un fascicolo. L'ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo e inondazione colposa. In attesa di ricevere altri documenti, dopo i primi già posti sotto sequentro in occasione delle prime visite presso la sede della Regione Marche, si cerca di capire se il disastro di giovedì scorso potesse essere evitare: o tramite previsioni (si cerca di capire come mai non sia stata diramata un'allerta) o tramite lavori di manutenzione necessaria soprattutto nell'alveo del fiume esondato. 

 

La mancata allerta

Si sta cercando di ricostruire la fase di allertamento ai Comuni, che poi sono stati interessati dall'ondata di maltempo. La protezione civile aveva diramato un avviso giallo, che ora i primi cittadini delle aree colpite dall'alluvione contestano, affermando che non fosse proporzionato dalla violenza della perturbazione. 

Ma c'è anche un aspetto che riguarda la manutenzione dei corsi d'acqua e in questo caso le amministrazioni pubbliche, a vario livello, sarebbero coinvolte direttamente. 

 

La mancata manutenzione

Sotto la lente c'è l'esondazione del fiume Misa, che sfocia a Senigallia, insieme al suo affluente Nevola. 

Fin dal 2014 era emerso il problema della sua manutenzione. In quella occasione, quando ci fu una precedente esondazione, si registrarono 4 vittime e 180 milioni di danni complessivi. 

Per evitare che l'accaduto si ripetesse, si era pensato a un intervento con vasche di espansione e innalzamento degli argini, ma di fatto nessun lavoro è stato eseguito negli ultimi 8 anni. 

Dopo il disastro del 2014 ci fu un processo, non ancora finito e la cui prossima udienza è fissata al 1° dicembre prossimo. 

Lo scorso giugno, poi, i carabinieri forestali avevano scoperto un giro di tangenti che sarebbe servito a pilotare il denaro degli appalti per i lavori di manutenzione. Un funzionario regionale, Euro Lucidi, e 7 imprenditori erano stati arrestati. 

Quella inchiesta è ancora aperta e ora, di fronte al nuovo disastro, potrebbe veder aggravare alcune posizioni. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA