lo scontro in Ucraina

Liberi i militanti del battaglione Azov. Ma Mosca minaccia il nucleare

Scambio di prigionieri, mediato con cautela e silenzio, tra Russia e Ucraina. Medvedev attacca: “Pronti a difenderci con ogni arma, anche quella atomica”

Liberi i militanti del battaglione Azov. Ma Mosca minaccia il nucleare

Alla vigilia del primo referendum dei quattro che si terranno da domani, 23 settembre, fino al 27, torna a parlare il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev.

In un messaggio pubblicato sul proprio canale Telegram, l'ex presidente russo tuona dicendo: "Si terranno referendum e le repubbliche del Donbass e altri territori saranno annessi alla Russia. La protezione di tutti i territori che hanno aderito sarà significativamente rafforzata dalle Forze armate russe".

"La Russia - ha proseguito - ha annunciato che non solo le capacità di mobilitazione, ma anche qualsiasi arma russa, comprese le armi nucleari strategiche e le armi basate su nuovi principi, potranno essere utilizzate per tale protezione", ha aggiunto Medvedev. 

Poi un ultimo avvertimento: "L'ipersonico è in grado di raggiungere obiettivi in Europa e negli Stati Uniti molto più velocemente". 

 

Medvedev attacca anche la Nato

Le parole dell'ex presidente russo hanno interessato anche alti vertici Nato. "I vari generali idioti in pensione non hanno bisogno di spaventarci parlando di un raid della Nato in Crimea" ha scritto su Telegram Medvede. "I missili ipersonici - ha proseguito - sono in grado di raggiungere obiettivi in Europa e negli Stati Uniti molto più velocemente", ha proseguito Medvedev, aggiungendo: "La Russia ha scelto il suo cammino e non torna indietro".

Non è mancata la risposta occidentale, che dopo l'annuncio della mobilitazione di 300mila riservisti e le prime "fughe" dalla Russia da parte di uomini che non hanno intenzione di tornare a indossare la divisa delle Forze armate russe. Intanto, lontano dai riflettori è avvenuto un importantissimo scambio di prigionieri tra russi e ucraini, con i militanti del battaglione Azov - quello impegnato nella difesa dell'acciaieria a Mariupol - che sono tornati in libertà. 

 

Scambio di progionieri: liberi gli uomini del battaglione Azov

Lo scambio è avvenuto grazie alla mediazione silenziosa della Turchia di Erdogan, ma al presidente ucraino sono arrivati i ringraziamenti anche di Usa e Regno Unito. Tra i prigionieri liberati dai russi, infatti, ci sono 215 miliziani, compresi però due cittadini americani e 5 britannici, oltre a uno svedese. La maggior parte, però, è costituita da soldati ucraini dell'acciaieria Azovstal di Mariupol, compresi il comandante del battaglione Azov, Prokopenko e il suo vice, Palamar. 

Come ricordato dal capo dell'ufficio del Presidente ucraino, Andriy Yermak, "Il presidente Volodymyr Zelensky ha fissato un obiettivo chiaro: riportare i nostri eroi a casa. Il risultato: i nostri eroi sono liberi". 

Altri 50 progionieri russi sono stati invece liberati dall'Ucraina. Ai giornalisti che chiedevano chiarimenti circa le figure di Mosca rilasciate e in particolare il politico Viktor Medvedchuk (del partito di Putin), Yermak ha risposto: "Abbiamo scambiato un fanatico della Russia con 200 guerrieri, è un buon risultato". 

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