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la crisi ucraina

Il rischio nucleare spaventa: convocato l’ambasciatore russo a Roma

Dopo le iniziative degli Usa, che richiamano gli americani in Russia, anche Roma prende provvedimenti. Razov convocato alla Fernesina. Parla anche Kissinger

Il rischio nucleare spaventa: convocato l’ambasciatore russo a Roma

La notizia della convocazione per oggi dell'ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, non è passata inosservata e ha iniziato a circolare fin da ieri mattina. La Farnesina, dunque, ha deciso di incontrare il rappresentante di Mosca, sottolineando che si tratta di una iniziativa coordinata in ambito europeo.

Al centro del colloquio tra Razov e i responsabili del ministero degli Esteri c'è l'evoluzione della situazione in Ucraina, dopo la proclamazione dell'annessione dei territori conquistati dalla Russia in Ucraina, da parte del leader del Cremlino, Valdimir Putin, che ha anche minacciato il ricorso alle armi nucleari. 

 

Tajani plaude l'iniziativa della Farnesina

"Bene ha fatto il ministero degli Esteri ha convocare l'ambasciatore russo in Italia. Noi siamo parte della Nato e se c'è un'allerta nucleare è giusto che il rappresentante della Russia in Italia ci dia spiegazioni", ha commentato Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, che su Twitter ha aggiunto: "Anche sul loro coinvolgimento riguardo il sabotaggio di Nord Stream" occorre che ci siano chiarimenti. 

 

La Nato in allerta sui movimenti russi

A preoccupare sono anche movimenti militari russi, in particolare quello del sommergibile a propulsione nucleare russo K-329 Belgorod, nell'Artico. 

Il timore degli esperti dell'Alleanza atlantica è che possa essere testato un missile-siluro, il Poseidon, capace di portare testate nucleari anche 10mila km di distanza. A scriverlo, nero su bianco, è un documento informativo della stessa Nato, che conferma lo stato di allerta dell'organizzazione  che monitora il possibile lancio di siluri.

Lungo 184 metri e largo 15, il Belgorod può raggiungere una velocità di 60km orari in immersione con un'autonomia che potrebbe arrivare a 120 giorni senza dover riemergere in superficie.

 

Zelensky e l'appello ai russi

Intanto dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivato un messaggio ai russi: "Finché non risolvete il problema con colui che ha iniziato tutto questo, che ha iniziato questa guerra insensata, sarete uccisi uno a uno, facendo da capri espiatori". 

Zelensky ha definito il conflitto "un errore storico per la Russia. Nel Donbass i russi cercano i colpevoli, accusando alcuni generali di aver fallito. Questa è la prima campana che dovrebbe essere ascoltata a tutti i livelli del governo russo", ha proseguito il leader di Kiev. 

 

Il monito di Kissinger

Sul rischio nucleare è intervenuto anche Henry Kissinger, in occasione del Council on Foreign Relations: "La diplomazia torni in azione - ha esortato il 99enne ex segretario di Stato americano - Potremmo battere Mosca anche in una guerra nucleare, ma la natura delle relazioni internazionali e l'intero sistema mondiale sarebbero sconvolti". 

"La Russia ha perso la guerra, ora dobbiamo impedire la sua escalation nucleare", ha aggiunto Kissinger, che guidò la diplomazia Usa sotto i presidenti Richard Nixon e Gerald Ford. 

Fresco della pubblicazione di un suo luovo libro, "Leadership", l'ex segretario di Stato Usa ha analizzato: "Fin dall'inizio dell'aggressione all'Ucraina bisognava evitare una vittoria della Russia. A maggior ragione isogna evitare che cerchi una rivincita nucleare. Non possiamo permettere che l'uso di armi nucleari diventi convenzionale, si normalizzi", per poi proseguire: "Non è ammissibile che la Russia raggiunga con le armi nucleari il risultato che non è stata capace di ottenere senza". 

 

Il ruolo della Nato sul nucleare

Kissinger ha anche sottolineato il ruolo e l'importanza dell'azione della Nato che, dice, "dovrebbe reagire il più a lungo possibile con armi convenzionali. Ma i dirigenti russi devono sapere che nel caso di uso di armi nucleari i termini per un accordo di pace diventeranno peggiori per loro". 

La conclusione di Kissinger, riportata dal Corriere della Sera, è chiara: "La Russia ne uscirà una nazione più debole di prima". 

 

Russi in ritirata in Donbass

Nonostante le minacce, però, arrivano notizie di ritirata da parte dei militari russi proprio dalla regione del Donbass. "Lyman è completamente libera" ha annunciato ancora Zelensky, dopo che la riconquista della città avrebbe permesso di tagliare le linee di rifornimento russe al fronte nel Donbass e tra il fronte est e sud dell'Ucraina.  

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