
Il quadro che emerge dalle ultime rilevazioni dell'Istituto italiano di statistica è in chiaroscuro: da un lato si conferma il peso dell'inflazione, che grava insieme alla pressione fiscale, quest'ultima per il 42,4%.
Dall'altro, però, crescono i consumi, secondo l'Istat. Anche il reddito disponibile per i nuclei familiari sarebbe in aumento dell'1,5%, mentre l'inflazione è a livello che preoccupano molto Confcommercio, che parla di +9% possibile a ottobre.
I dati Istat: meno potere di acquisto
I rincari generalizzati e, in particolare, nel comparto dell'energia e dei carburanti pesano in modo diretto sui bilanci familiari. A testimoniarlo non solo le bollette e i prezzi ai distributori di benzina e diesel, ma anche i dati Istat. Secondo l'istituto di statistica, infatti, "il potere d'acquisto delle famiglie ha registrato una flessione", come si legge nella nota trimestrale sui conti della Pubblica amministrazione, che seppure definita "lieve", risente dell'"impatto negativo dell'aumento dei prezzi". Il tasso di risparmio delle famiglie, come spiega ancora l'Istat, è diminuito di 2,3 punti percentuali, attestandosi tuttavia ancora su livelli più alti rispetto al periodo pre-pandemico.
Inflazione, allarme di Confcommercio
A lanciare un allarme, perà, è Confcommercio. Secondo gli Appunti sull'economia del Sud dell'ufficio studi dell'organizzazione, a ottobre si potrebbe registrare un'inflazione media del 7,5%, con i prezzi in salita del 9% su base annua (a settembre erano all'8,9%). A incidere sarebbe soprattutto il caro-carburanti, che pesa per circa la metà, con una forbice tra il 60% e l'80% in modo indiretto, andando a far lievitare anche i prezzi di altri generi, come gli alimenti.
La pressione fiscale e i consumi
Se il potere di acquisto per la maggior parte delle famiglie italiane è calato dello 0,1% rispetto al primo trimestre del 2022, l'Istat spiega anche che la pressione fiscale è aumentata di 0,3 punti percentuali, attestandosi al 42,4%.
A crescere, però, sono i consumi, con un +4,1%, e il reddito disponibile, dell'1,5%.
Migliorano le previsioni sul Pil
A portare ottimismo, intanto, sono le stime tendenziali relative al Prodotto interno lordo (Pil). Secondo l'Istat, la terza stima (che arriva a 90 giorni dal trimestre di riferimento, cioè il secondo del 2022) passa da un iniziale +4,7% a un +5%. L'aumento rispetto al trimestre precedente è stato tendenzialmente dell'1,1% mentre è pari al 5% rispetto al secondo trimestre di un anno fa, il 2021.