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La fiducia alla Camera

Giorgia Meloni, una “underdog” che non sta dietro agli uomini

Il peso della responsabilità di essere la prima donna presidente del Consiglio in Italia e quel manifesto programmatico per rilanciare il Paese da destra

Giorgia Meloni, una “underdog” che non sta dietro agli uomini

Abito blu, maglia di seta bianca, taglio e colore di capelli, ormai chiamato dagli addetti del settore biondo/Meloni, ineccepibili.Così il/la presidente del Consiglio si è presentata ieri sullo scranno più alto di Montecitoro, per presentare il suo “manifesto programmatico” e chiedere alla Camera dei Deputati, la fiducia al suo governo, sancita poi dai 235 voti favorevoli, al motto di "Intendo fare ciò che devo” che vagamente ha ricordato quel "qualunque cosa serva" di Draghi.

Nell’emiciclo riservato agli ospiti, c’è anche un emozionato Andrea Giambruno, suo compagno di vita, primo first Gentleman d’Italia, giornalista Mediaset e papà di Ginevra, 6 anni. 

 

Nel lungo discorso di un’ora e un quarto, interrotto più volte dagli applausi, la premier Meloni ha posto in primis l’accento sul peso della responsabilità che sente sulle sue spalle per essere diventata la prima donna presidente del Consiglio del nostro Paese. Già cara Giorgia, essere arrivata lì, in quella posizione, con il merito, il duro lavoro, i sacrifici e la tenacia, ancora non basta per questo brutto mondo al maschile. E non basterebbe neanche se al suo posto ci fosse una donna di sinistra o di centro. Le donne si sa devono sforzarsi il doppio, il triplo, e Lei dovrà continuare a farlo soprattutto adesso che ricopre questo importante ruolo, orgoglio di tutte le donne italiane e non. Perché diciamoci la nuda e cruda verità, nel corso della storia della Repubblica ci sono stati tanti presidenti del consiglio che si sono alternati e tanti di loro hanno preso anche decisioni sbagliate e per quegli stessi errori, sono stati poi giudicati.

 

Per lei Meloni sarà, invece, diverso e sarà ancora più dura, perché qualora dovesse sbagliare o anche solo inciampare, sarebbe in gioco non solo la sua di credibilità ma anche quella di tutte le donne. E già le sento quelle voci che dicono: “Hai visto una donna non è capace di essere premier”. In Italia purtroppo funziona così, siamo ancora legati a vecchi stereotipi maschilisti dove la “donna al volante è pericolo costante”. Ma chi l’ha detto? Quando?

 

Signora Presidente, Lei che per sua stessa definizione si è detta una “underdog” che ce l’ha fatta ma che dovrà ancora fare tanto per dimostrare quanto vale in qualità di Presidente del Consiglio, l’ho applaudita quando ad una Deborah Serracchiani, in piena crisi post elezione, preoccupata dalla possibile deriva della donna, rilegata in famiglia a fare figli da questo governo di destra, ha risposto: «Mi guardi, onorevole: le sembra che io sia un passo dietro agli uomini?». Chapeau.

 

E ora, dopo aver superato agevolmente la prova della Camera dei deputati, Giorgia Meloni oggi si presenterà in Senato per chiedere la fiducia sullo stesso discorso programmatico letto ieri a Montecitorio, che è già stato trasmesso a Palazzo Madama. La discussione generale al Senato inizierà alle 13 e durerà 3 ore e 33 minuti. La replica del presidente Meloni si terrà intorno alle 16.30 mentre le dichiarazioni sul voto di fiducia si svolgeranno "presumibilmente dalle 19". Quindi ci conviene metterci comodi.

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