“I cittadini di Paesi terzi presenti sul territorio Ue hanno la possibilità di presentare domanda di riconoscimento di asilo. In quel caso gli Stati membri hanno il dovere di garantire l’accesso alle procedure previste”. L’Unione Europea torna sulla drammatica situazione dei migranti rimasti a bordo delle navi a largo di Catania e lancia il suo avvertimento al governo italiano.
In queste ore la situazione è la seguente: agli 89 migranti della Rise Above è stato dato il via libera allo sbarco nel porto di Reggio Calabria, perché considerato un evento Sar (Search and Rescue, ovvero una situazione di pericolo per vite umane). Le persone sbarcate stanno raggiungendo un centro di prima accoglienza, in attesa del trasferimento sulla base del riparto nazionale stabilito dal Viminale. All’equipaggio però è stato impedito di scendere dalla nave. La situazione, invece, non si sblocca per la Geo Barents e la Humanity 1, bloccate a largo dello scalo catanese. La tensione è molto alta. Due cittadini siriani hanno raggiunto a nuoto il molo di Catania partendo dalla prima.
La portavoce della Commissione europea per gli Affari Interni ha fatto esplicito riferimento a questo episodio quando ha sottolineato che “cittadini di Paesi terzi presenti sul territorio, incluse le acque, possono fare domanda di asilo” e che “esiste un chiaro quadro giuridico in vigore”. L’Ue aveva già ricordato un giorno fa che è un “dovere legale e morale” salvare vite in mare e che, in base al diritto internazionale, le persone su quelle navi possono esservi trattenute “il minor tempo possibile”.
L’Italia sembra davvero aver fatto un salto all’indietro, quando al ministero dell’Interno sedeva il segretario della Lega, Matteo Salvini. Era l’anno del Conte I. E’ da allora che non si vedevano scene come quelle di questi giorni: migranti disperati, bloccati sulle navi delle Ong che non trovano un approdo negli scali italiani. Né può essere condivisa la linea degli sbarchi selettivi, come è accaduto proprio alla Humanity1. Dopo aver fatto scendere donne, bambini e persone in condizioni di salute critiche, a bordo sono rimasti 35 migranti, che ora chiedono asilo. Da poco è stata diffusa la notizia che l’Ong tedesca, Sos Humanity, ha avviato un’azione legale contro la decisione delle autorità italiane.
Intanto, sulla Geo Barents, è in corso una nuova ispezione sanitaria. Si tratta di medici che stanno eseguendo un triage specialistico per conto del ministero della Salute su segnalazioni di Medici senza Frontiere.
Il caso dei migranti bloccati nelle acque di Catania ha scatenato molte reazioni politiche. Durissimo lo scontro tra maggioranza e opposizione ma anche tra Pd e M5S. Il vice segretario dem, Peppe Provenzano, accusa: “Ha colpito il silenzio di Giuseppe Conte nell’assumere una posizione su una vicenda che riguarda i valori e i principi fondamentali di una forza progressista. Il Pd è stato lì fin dal primo momento. Bisogna essere coerenti quando ci si dichiara progressisti”. Da giorni è forte l’imbarazzo del leader del M5S, che guidava il governo giallo-verde che approvò i cosiddetti ‘decreti sicurezza’ della Lega.
Solo ieri il pentastellato ha rotto il silenzio dicendo che “il nazionalismo arrogante non porta a nulla e che tutte le iniziative in materia vanno inquadrate in una dimensione europea”. Ma il segretario del Carroccio, adesso ministro delle Infrastrutture, esulta per la linea adottata: “Avanti così”, dice, “l’Italia non sarà complice del traffico di esseri umani”. La Conferenza Episcopale Italiana protesta: “Non possiamo permettere assolutamente che ancora una volta i nostri fratelli migranti che vengono dalla fame e dalle guerre vengano trattati ancora come scarti, come carichi residuali e non come persone”.