la guerra in Europa

Ucraina: cosa significa il ritiro della Russia da Kherson. Le reazioni

Il ministero della difesa di Mosca ha ordinato alla truppe di lasciare la città. Per la Nato rappresenta la sconfitta del Cremlino ma Kiev teme la trappola

Ucraina: cosa significa il ritiro della Russia da Kherson. Le reazioni

Solo poche ore dopo l’annuncio – a sorpresa – del ritiro delle truppe russe da Kherson, è arrivato anche il commento della Nato, secondo cui si tratta della “prova” della sconfitta di Mosca. "La Russia ha perso l'iniziativa militare in Ucraina", ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista con l'emittente britannica Sky News in occasione della sua visita nel Regno Unito.

Ma cosa ha spinto il Cremlino a fare marcia indietro

 

Mosca si ritira da Kherson, per la Nato è la “sconfitta”

"Mosca è stata costretta a cedere territorio", ha spiegato Stoltenberg, che ha però invitato alla cautela nei confronti della Russia, che secondo il segretario generale della Nato “ha ancora forze e la capacità per colpire le città dell'Ucraina". La novità è arrivata dopo segnali di dialogo da parte degli Usa con la Russia.

A ordinare alle truppe il ritiro era stato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, come riferito dall’agenzia Tass. Non solo: per rallentare l'assalto delle forze armate ucraine, le unità russe hanno fatto saltare i ponti nella regione di Kherson: per primi quelli di Daryiv e Tyagin, poi il ponte all'uscita da Snigurivka sul canale, infine quelli di Novokairy e di Mylovi, per un totale di tutto.

 

Una ritirata russa?

A parlare di ritirata sono soprattutto fonti ucraine. Secondo il consigliere dell'amministrazione regionale di Kherson in esilio, Sergii Khlan, " i russi hanno effettivamente iniziato a far crollare l'intera linea del fronte in direzione di Kherson e hanno iniziato una ritirata di massa. Nella direzione di Berislav, gli occupanti sono scomparsi da un certo numero di località. I soldati russi se ne vanno in massa, ma quando se ne vanno fanno saltare in aria i ponti", aveva anticipato detto Khlan.

La nuova mossa del Cremlino è quella di un riposizionamento: il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha infatti approvato la proposta del comandante delle forze russe in Ucraina, generale Surovikin, di rischierare le truppe sulla riva sinistra del Dnepr per organizzare una nuova linea difensiva dopo la ritirata da Kherson. La decisione è legata al fatto che sulla riva destra del fiume le forze russe rischiavano un isolamento totale e i civili rimasti erano a rischio per i bombardamenti ucraini.

 

Evacuazione di massa e appelli alla pace

Circa 80.000 civili, intanto, sono stati evacuati dalla regione di Kherson annessa alla Russia, nell'Ucraina meridionale, per ragioni di sicurezza, come confermato alla Tass dal vice governatore della regione, Kirill Stremousov. "Molti se ne sono andati. Sono state evacuate circa 80mila persone. Noi aiutiamo tutti coloro che vogliono lasciare Kherson", ha affermato Stremousov.

La scelta è legata al fatto che rimanendo nella zona, dopo l’avanzata ucraina, la popolazione filorussa rischierebbe vendette o ritorsioni. Intanto è arrivato un nuovo monito del Papa: "Rinnovo il mio invito alla preghiera per la martoriata Ucraina: chiediamo al Signore la pace per questa gente così tribolata, e che soffre tanta crudeltà da parte dei mercenari che fanno la guerra", ha sottolineato Bergoglio al termine dell'udienza generale.

 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA