Gli incontri al G20 in Indonesia

Meloni e la sintonia con il presidente democratico, Joe Biden

Un’ora di colloquio con il capo della Casa Bianca: al centro sostegno a Kiev e relazioni con la Cina. La premier vede anche Erdogan, il presidente turco

Meloni e la sintonia con il presidente democratico, Joe Biden

Sono giornate importantissime per la politica internazionale dell’Italia. E l’incontro tra il capo della Casa Bianca, Joe Biden, e la premier italiana, Giorgia Meloni, al G20 di Bali, in Indonesia, è da leggere come uno dei primi passaggi cruciali nello scenario globale del nuovo governo italiano. Il faccia a faccia con il presidente americano “si è incentrato sulla solidità dell’alleanza transatlantica e sull’eccellente cooperazione per fare fronte alle sfide globali, dalla crescita economica alla sicurezza comune”, fa sapere Palazzo Chigi. Aggiungendo che l’attenzione è stata posta sul “continuo sostegno all’Ucraina, sulla stabilità nel Mediterraneo e nell’Indo-Pacifico e sui rapporti con la Cina”. Meloni e Biden “hanno ribadito i profondi e duraturi legami” tra Usa e Italia e “il forte interesse a rafforzare ulteriormente il partenariato nei numerosi settori di interesse reciproco”.

 

Più di un’ora di colloquio che, senza dubbio, ha il suo peso rispetto alle posizioni passate filo-trumpiste di Giorgia Meloni, in favore di un allineamento con il democratico Biden, che peraltro esce notevolmente rafforzato dalle elezioni di Midterm. In una nota la Casa Bianca specifica che Biden “ha incontrato Meloni per coordinare le risposte a una serie di sfide globali, tra cui quelle poste dalla Repubblica Cinese. I due leader hanno discusso anche del loro impegno a continuare a fornire all’Ucraina il sostegno necessario per difendersi e a ritenere la Russia responsabile della sua aggressione”. Dunque, piena sintonia per quanto riguarda lo scacchiere internazionale che la guerra di Mosca contro Kiev ha complicato parecchio, ma che ora registra sicuramente l’avvio di un dialogo maggiore tra Washington e Pechino.

 

Meloni a Bali ha visto anche il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan. Un incontro, anche questo, di rilievo ma più per l’area del Mediterraneo, dove la Turchia si sta ritagliando da anni un ruolo sempre più incisivo in parecchie partite aperte. Non è un caso che il colloquio tra i due si sia focalizzato “su un lavoro congiunto per la risoluzione della crisi libica e sul contrasto all’immigrazione irregolare”. Si è parlato anche della necessità di cogliere le vaste opportunità di sviluppo che la regione offre.

 

Quello che emerge da questa prima giornata di G20 è che Meloni sta lavorando per trovare punti di raccordo con vari Paesi a livello globale. Tuttavia, quello che è accaduto negli ultimi giorni tra Francia e Italia, ovvero il durissimo scontro con Parigi su navi Ong e migranti, lasciano un enorme punto interrogativo su come l’Italia intende governare i rapporti all’interno dell’Ue e i bilaterali con Francia, Germania e Spagna. Stati che hanno preso decisamente le distanze dall’esecutivo di Roma.

 

Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sentito telefonicamente il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, rilanciando una piattaforma di dialogo con la Francia e portando avanti un delicato lavoro di ricucitura. Ma l’intervento del Colle non può esonerare il governo Meloni dalle sue responsabilità sul posizionamento dell’Italia a Bruxelles. Né le questioni interne alla maggioranza, vedi le fughe in avanti di Matteo Salvini, possono diventare causa di una politica di rottura nei confronti dei principali partners europei e dei Paesi cofondatori.

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