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Mondiali in Qatar, tutto pronto tra polemiche su gay, costi e diritti

Conto alla rovescia per il via al torneo. Il presidente della Fifa lancia un appello per la pace in Ucraina, ma pesano le polemiche sui diritti umani

Mondiali in Qatar, tutto pronto tra polemiche su gay, costi e diritti

In Qatar tutto è pronto per il fischio d’inizio e dal numero uno della Federazione Internazionale del calcio è arrivato un invito ai leader mondiali, che sono riuniti al G20 in Indonesia: "Il mio appello a tutti voi è di pensare a un cessate il fuoco temporaneo per un mese, per la durata della Coppa del Mondo, o almeno alla realizzazione di alcuni corridoi umanitari o a qualsiasi cosa che possa portare alla ripresa del dialogo come primo passo verso la pace".

Così ha scritto Gianni Infantino sui social, proseguendo: “Non siamo così ingenui da credere che il calcio possa risolvere i problemi del mondo. Sappiamo che il nostro obiettivo principale come organizzazione sportiva è, e deve essere, lo sport. Il fatto che il calcio unisca il mondo può essere l'innesco di un gesto positivo", ha aggiunto il presidente Fifa.

Ma le polemiche non mancano.

 

L'omosessualità "haram"

 

Tra i temi che hanno tenuto banco negli ultimi giorni c’è sicuramente la dura presa di posizione dell’ambasciatore del Qatar per i Mondiali 2022, l'ex calciatore professionista Khalid Salman, che nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente televisiva tedesca Zdf aveva dichiarato: “Bisogna accettare le nostre regole qui'', definendo l'omosessualità ''haram'', proibita secondo l'Islam. Parole che hanno poi portato il Comitato Organizzatore della Coppa del Mondo a interrompere l’intervista. Salman aveva dichiarato: “Molte cose arriveranno nel Paese durante i Mondiali. Per esempio, parliamo di gay. La cosa più importante è che tutti quelli che accettino di venire qui accettino anche le nostre regole'', aveva aggiunto, sottolineando i ''problemi con i bambini che vedono i gay. Perché allora imparerebbero qualcosa che non va bene''.

 

I costi, la scelta della location e i sospetti

Ma sono anche i temi che tengono banco. Ad esempio, la scelta di disputare i Mondiali in un paese dal clima così caldo, che ha costretto a programmarli in un mese invernale. L'assegnazione al Qatar, infatti, risale al 2 dicembre 2010, quando il Paese è stato preferito agli Usa, che comunque ospiteranno i Mondiali del 2026, anche nei territori del Canada e del Messico. Sulla scelta, comunque, pesano i sospetti dipresunte ingenti “mazzette” per orientare la decisione e sul caso è stata aperta un’inchiesta.

Poi ci sono i costi esorbitanti sostenuti dall'emirato del Golfo persico per l'organizzazione del torneo e la questione della violazione dei diritti umani.

 

Diritti umani e sfruttamento

Sono cinque le città che ospitano la kermesse, tutte in un territorio molto piccolo dove sono stati costruiti ben sette stadi, mentre otto stadi nel complesso ospiteranno le partite del mondiale. A lavorare, però, sono stati soprattutto uomini provenienti da India, Sri Lanka, Bangladesh e Nepal, spesso in condizioni discutibili per gli orari di lavoro e per la paga. Non è sfuggito, poi, l’elevato numero di vittime sul lavoro, ben 6.500, senza che siano state individuate responsabilità precise.

Tutto ciò basta per rendere quanto meno inusuale questo Mondiale, che inizia avvolto dalle polemiche.

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