diritti e pallone

Al via i Mondiali 2022. La Fifa, i migranti e l’impegno per Lgbt

Il presidente della Federazione, Infantino, fa il punto sul calcio e anche sui temi più scottanti, striglia l’Europa e dice: “Mi sento qatarino e gay”

Al via i Mondiali 2022. La Fifa, i migranti e l’impegno per Lgbt

Per i tifosi e appassionati di calcio l’attesa è finita. Prendono il via oggi i Campionati del mondo di calcio in Qatar, accompagnati alla vigilia da non poche polemiche.

Sicuramente gli occhi del mondo saranno fissi non solo sulle partite e proprio nelle scorse ore è arrivata anche la “confessione” del presidente della Fifa: "Gli europei dovrebbero scusarsi per quello che hanno fatto nel mondo negli ultimi 300 anni", ha dichiarato Gianni Infantino in una conferenza stampa dai toni tutt’altro che concilianti.

In sessanta minuti ha risposto a molte critiche che gli sono giunte nel recente passato, ma ha anche e soprattutto parlato del torneo al via e delle violazioni dei diritti umani. “Oggi mi sento qatarino. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento un lavoratore migrante”, ha affermato davanti ai microfoni, sfidando le “norme” del Paese che ospita la manifestazione.

Perché se da un lato c’è il calcio giocato sui campi, quello atteso proprio dai tifosi, dall’altro l’attenzione è rivolta anche agli aspetti “sociali” legati alla manifestazione, in un Paese in cui alle grandi ricchezze si accompagnano anche enormi diseguaglianze e sfruttamento.

 

Le dichiarazioni al vetriolo di Infantino

“Io sono figlio di un lavoratore migrante. I miei genitori hanno lavorato molto duramente, e in condizioni molto difficili. In Svizzera. E io lo ricordo molto bene - ha detto Infantino - Ricordo le condizioni di lavoro dei migranti in Svizzera. Ho i ricordi di un ragazzo di come venivano trattati i lavoratori migranti”.

Poi il numero uno del calcio mondiale ha proseguito con un discorso dal forte coinvolgimento personale: “Quando sono stato eletto presidente della Fifa, sono venuto qui in Qatar a vedere come venivano trattati i lavoratori migranti. Ovviamente io non sono qatarino, non sono arabo, africano, gay, lavoratore migrante. Ma so cosa vuol dire essere discriminato. Io sono stato bullizzato”.

 

Dal calcio al problema dei migranti

“In questi anni abbiamo assistito, da molte parti, a lezioni di morale. Di doppia morale. Da parte di europei, di cittadini occidentali. Eppure sono gli europei che dovrebbero scusarsi per quello che hanno fatto nel mondo negli ultimi 300 anni. Allora dobbiamo chiederci dove stiamo andando?” si è domandato Intanfino, centrando il suo discorso proprio sul problema dei migranti: “Il Qatar ha dato opportunità di lavoro a migliaia di lavoratori. Noi nel mondo occidentale, invece, chiudiamo i confini. Noi non permettiamo l’ingresso nei nostri Paesi in maniera legale. E spesso i migranti vivono in condizioni che non sono certo le migliori. Per questo molti migranti sono costretti a cercare strade non legali per arrivare in Europa. E solo pochi sopravvivono. Così come sono pochi quelli che davvero si occupano dei destini di queste persone, e in particolare di quello dei bambini. Il Qatar dà loro un futuro”.

 

Dal Qatar alla situazione italiana: cosa ha detto Infantino

Il presidente della Fifa ha puntato il dito delle “lezioni morali fatte con uno sguardo unilaterale” fatte dall’Europa e dall’Occidente, definendole “ipocrisia”. “Ipocrisia è quando tu pensi di dare lezioni morali a qualcun altro ma non fai abbastanza”. “Bisogna capire che le pressioni sono negative”.

Ecco poi un passaggio su Italia e Inghilterra: “Ad esempio, voi pensate che noi possiamo andare in Inghilterra e in Italia a dire che devono compensare i lavoratori migranti? Qui in Qatar ci sono compensazioni legali, perché i lavoratori sono legali. In caso di incidenti, ogni lavoratore ha diritto a una compensazione. Ma non perché qualcuno dice al Qatar cosa fare. Ma perché la compensazione è dovuta per legge”.

 

I Mondiali in Qatar entrano nel vivo

Naturalmente nel suo intervento il numero uno del calcio mondiale non poteva non parlare anche di quanto messo in campo dalla Fifa: “Posso annunciare che su questo tema sono attive 3 iniziative. Prima di tutto c’è un Ufficio Permanente per occuparsi dei lavoratori dei migranti. Secondo – lo ribadisco – le compensazioni per i lavoratori migranti esistono. E poi abbiamo deciso come Fifa di istituire un Fondo. L’ammontare sarà una percentuale degli incassi derivanti dai Mondiali. E utilizzeremo questo fondo prima di tutto per progetti di istruzione. E in particolare per l’istruzione delle ragazze e delle donne”.

Come spiegato ancora da Infantino, la Fifa sta collaborando con l’Organizzazione internazionale del Lavoro per realizzare un memorandum per condividere le migliori pratiche per i lavoratori migranti, “e per rendere la loro vita migliore”.


I diritti della comunità Lgbtq+

Altro tema scottante è quello delle norme sull’omosessualità e in generale di quanto previsto da uno stato come il Qatar, musulmano, in tema di diritti Lgbtq+: “Ho parlato di questo tema più volte con le autorità del Qatar. E qui ognuno è benvenuto. Certo, puoi preferire stare a casa a criticare perché qui non è permesso vivere in pubblico la propria omosessualità. Ma è un processo che richiede anni. Se io avessi chiesto a mio padre, probabilmente avrebbe avuto una opinione diversa dalla mia. Così come sicuramente mio figlio ha una opinione diversa dalla mia”, ha dichiarato Infantino, che ha concluso con un appello: “Proviamo a convincere gli altri costruendo relazioni, aiutando, non dividendo, ma piuttosto unendo”.

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