
Sul reddito di cittadinanza si volta pagina. Come previsto, dal momento che se ne parlava fin dalla campagna elettorale, il Governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di cambiare. Non ci sarà una cancellazione automatica, ma una revisione e progressiva “dismissione”, quella sì.
Ecco, allora, come cambierà e per chi.
Cosa cambia per chi percepisce il reddito di cittadinanza
La manovra approvata dal consiglio dei Ministri prevede un primo intervento, in vigore fin dal 1° gennaio 2023. Come si legge nel testo licenziato dal Governo, "Dal 1° gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili".
Si riduce, dunque, la durata del beneficio, ma non solo.
Corso di formazione obbligatorio
"È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua", come si legge nel comunicato del Governo.
L’assegno non cambia, ma la platea sì
Un altro fronte di intervento riguarda la platea dei beneficiari. La parola chiave è ora “occupabili”: l’idea è quella di lasciare immutato l’assegno per chi non può lavorare, mentre si vuole ridurre il numero di percettori che avrebbero la possibilità di essere occupati. Anche in quest’ottica si inserisce il periodo di formazione, in mancanza della quale decade il beneficio del reddito, così come avverrà nel caso in cui si rifiuti la prima offerta di lavoro congrua.
Meloni: “Misura sbagliata”
Il presidente del Consiglio non ha mai nascosto la sua idea sul reddito di cittadinanza e ora l’ha confermata: "Il reddito di cittadinanza è una misura sbagliata”. "Avremo bisogno di più tempo per una riforma complessiva che faremo, ma intanto stabiliamo che si continuerà a tutelare chi non può lavorare, a cui aggiungiamo donne in gravidanza, per gli altri verrà abolito alla fine di quest'anno", ha spiegato ieri in conferenza stampa. Dal 2023, ha chiarito Meloni, il reddito di cittadinanza "non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decadrà al rifiuto della prima offerta di lavoro. Abbiamo scelto di tenere il periodo di accompagnare quella che sarà la fine del reddito per chi è in condizione di lavorare. Vorrei sapere se chi ha pensato il reddito lo ha pensato come uno strumento per cui lo stato si sarebbe occupato delle persone dai 18 ai 60 anni perché segnalo sommessamente che c'è chi lo prende da 3 anni. Tra gli elementi che introduciamo - ha poi proseguito - c'è l'obbligo di presenza sul territorio nazionale perché in tanti casi le persone lo percepiscono, ma non sono in Italia".
“Manutenzione straordinaria”, poi la cancellazione dal 2024
Il documento messo a punto dall’esecutivo, comunque, prevede l'abolizione della misura dal 2024. Nel frattempo si procederà con una profonda revisione: come spiega in una nota il ministero dell'Economia e delle finanze, arriva una "manutenzione straordinaria del reddito di cittadinanza, che si avvia verso la sua abolizione, con un periodo transitorio nel 2023 con maggiori controlli sul fronte di chi lo percepisce e di chi riceve offerte di lavoro". Il reddito "sarà abrogato il 1 gennaio 24 e sarà sostituito da una nuova riforma". Per il 2023 le misure introdotte dovrebbero portare ad un risparmio di 734 milioni che finanzieranno "la riforma complessiva per il sostegno alla povertà e all'inclusione".
Più controlli contro le truffe
Proprio per evitare truffe si pensa a una stretta sui controlli. "Stiamo lavorando per rivedere tutto il sistema dei controlli" ha spiegato il ministro del Lavoro, Marina Calderone.
Uno dei punti deboli del reddito di cittadinanza, infatti, è stato individuato nell’autocertificazione: "I controlli venivano fatti ex post perché la tempistica della corresponsione del reddito non consentiva di poter fare un controllo puntuale su tutte le posizioni", ha detto il Ministro, aggiungendo: "Stiamo parlando con l'Inps per cercare di mettere a sistema i controlli e le banche dati a disposizione", "oltre al fatto che ci sarà una attenzione specifica per verificare l'effettiva presenza sul territorio italiano dei percettori del reddito".
Le reazioni. Conte: "Pronti a scendere in piazza"
Dura e prevedibile la reazione del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che è stato tra i sostenitori (e ha introdotto) il reddito di cittadinanza: "Questo governo ha voluto mostrare i muscoli solo contro una fascia ristretta di popolazione: spaccia vigliaccheria per coraggio, confonde la prudenza con l'ignavia. Vuole togliere al Paese - ha scritto l'ex premier sui social - l'unico sostegno che non ha mandato per strada milioni di persone in estrema difficoltà e lavoratori che pagano lo scotto di stipendi da fame che non consentono nemmeno di fare la spesa. Se vogliono mandare fuori strada gli ultimi, troveranno un muro. Non possiamo permettere un massacro sociale".