verso la sperimentazione umana

L’ultima impresa di Musk: un microchip nel cervello. Ecco per cosa

Il proprietario di Tesla, SpaceX e ora anche di Twitter lancia una nuova sfida con Neuralink: comandare i devices con la mente. Depositata la richiesta

L’ultima impresa di Musk: un microchip nel cervello. Ecco per cosa

Poter “comandare” un device con il solo pensiero potrebbe non essere un sogno impossibile. Anzi, c’è chi sta già pensando come sfruttare la tecnologia e l’intelligenza artificiale per rendere possibile tutto ciò.

Ancora una volta si tratta di una società di Elon Musk, il visionario miliardario già proprietario di Tesla (l’auto a guida autonoma) e SpaceX, la società specializzata nel campo astronomico.

Nel caso specifico la Neuralink di Musk ha fatto richiesta ufficiale alla Food and Drug Administration statunitense, ossia l'authority per i farmaci, per poter iniziare a breve la sperimentazione umana del suo dispositivo.

 

Comandare i device con la mente

Neutralink vorrebbe dunque sperimentare un connettore, sotto forma di chip impiantato nel cervello, in grado di interagire con i dispositivi tecnologici senza comandi manuali esterni, come appunto una tastiera da digitare.

 

Come e quando si disporrebbe del microchip nel cervello

L’obiettivo è permettere di comunicare anche alle persone disabili che abbiano ridotte possibilità motorie. Il microprocessore sarebbe, quindi, impiantato nel cervello.

I tempi sarebbero molto stretti: secondo le previsioni degli osservatori, la sperimentazione potrebbe concludersi nell’arco di appena sei mesi, consentendo la successiva commercializzazione del prodotto. Finora, infatti, l’azienda ha condotto solo test sugli animali. L’ultimo risale a un anno fa, quando una scimmia alla quale era stato impiantato il dispositivo, era riuscita a giocare a un videogame in modo autonomo.

"Abbiamo sottoposto alla Food and Drug Administration tutta la nostra documentazione”, ha detto Musk durante un evento organizzato per aggiornare il pubblico sul progetto.  “Probabilmente in circa sei mesi potremo sperimentare Neuralink su un essere umano", ha quindi confermato il patron di Tesla, SpaceX e di recente anche di Twitter.

 

Cos’è Neuralink

L’azienda è stata fondata soltanto sei anni fa, nel 2016, in Texas. Il focus delle sue attività ha a che fare proprio con la possibilità di sviluppare processori che consentano il controllo di dispositivi elettronici complessi senza il ricorso alla manualità, pensando poi di mettere la tecnologia a disposizione di persone disabili, come per esempio coloro che sono affetti da paralisi, in modo da riacquistare le capacità motorie perse.

Tra i potenziali destinatari ci sono anche coloro che sono affetti da malattie cerebrali degenerative come il Parkinson e l'Alzheimer. Come chiarito ancora da Musk, le prime due applicazioni del microchip Neuralink riguarderanno il ripristino della vista e l’abilitazione al movimento dei muscoli nelle persone che non possono farlo. «Probabilmente riusciremo a far funzionare la vista anche in chi è cieco dalla nascita», ha aggiunto ancora Musk.

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