
Da un lato il monito a "rafforzare il senso di appartenenza nazionale", dall’altro la forza della collaborazione tra Enti, che passa anche dalle autonomie locali. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, traccia una quadro dei rapporti tra Stato, Regioni, Province autonome, enti locali, sottolineando di credere fortemente alla “collaborazione”: "Sì all'Autonomia differenziata, ma non sia un pretesto per lasciare indietro alcune parti del territorio", esorta.
Intervenendo in collegamento Festival delle Regioni a Milano, promosso dal presidente dei Governatori, Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Meloni parla anche di Governo, Pnrr, tetto al contante ed Europa.
Verso un nuovo modello di autonomie
"Le sfide non si affrontano da soli", ha spiegato Meloni, che dice: "Alla miopia del passato è bene che non aggiungiamo l'egoismo del presente", con riferimento alla riforma del Titolo V della Costituzione che, "invece di semplificare, su molte materie ha aumentato la conflittualità tra poteri dello Stato" e "il contenzioso è cresciuto ulteriormente negli ultimi anni".
"Prima di fughe in avanti occorre un confronto su competenze e funzioni chiari, da fare insieme e senza pregiudizi", ha proseguito il premier, spiegando che "il governo vuole lavorare a un nuovo modello di collaborazione a partire dal coordinamento tra politiche statali e regionali, sfruttando tutte le opportunità offerte dalle risorse del Pnrr".
Meloni, “Il Pnrr non basta più”
"Ricordo le critiche mosse da molti presidenti di Regione al tempo sul mancato coinvolgimento delle Regioni nella redazione del Piano, così come ricordo le critiche che io stessa, per prima, in un'altra veste, ho mosso in Parlamento, nella scorsa legislatura, sulla stessa materia, sul coinvolgimento mancato di un Parlamento che si trovava a votare un testo appena consegnato senza avere il tempo di approndirlo", ha proseguito Giorgia Meloni, che ha poi parlato di fondi e Pnrr: "Anche sugli interventi previsti nel Pnrr dovremmo valutare le priorità, perché ovviamente il costo delle materie prime mette a serio rischio la realizzazione di questi interventi", ha sottolineato.
"L'Autonomia differenziata non lasci indietro nessuno"
Un passaggio del suo intervento è stato riservato da Giorgia Meloni anche al tema dell'Autonomia differenziata, presente nell’agenda dell’esecutivo. Il premier ha assicurato l'intento di "favorirne l'attuazione, in tempi rapidi, in un quadro più ampio di riforme, a nostro avviso tutte fondamentali per rafforzare e ammodernare l'attuale assetto istituzionale dello Stato" e l'obiettivo è quello di "una maggiore responsabilizzazione per tutti, Regioni, enti locali, Stato". "Ma l'Autonomia differenziata – ha avvertito ancora il presidente del Consiglio - non sarà mai un pretesto per lasciare indietro alcune parti del territorio italiano. Lavoreremo per una sua attuazione virtuosa".
L’appello all’Europa
Uno dei temi imprescindibili è la gestione del caro energia, aggravato in seguito al conflitto in Ucraina.
Per Meloni, "le criticità strutturali che dobbiamo affrontare sono figlie di politiche poco lungimiranti del passato”, ha spiegato il premier, chiarendo che "sul tema dell'energia, l'Unione europea e diversi Stati membri, tra cui l'Italia, hanno preferito aumentare via via il livello di dipendenza da altre nazioni invece di realizzare misure per l'indipendenza energetica. Oggi noi paghiamo e dobbiamo fare quel che possiamo per rimediare, almeno lavorando a soluzioni comuni e strutturali".
Il Pnrr, ha continuato il presidente del Consiglio, "è un'eredità importante, però ovviamente è un'eredità importante se quelle opportunità non vanno perse ed è per questa ragione che il governo, a pochi giorni dall'insediamento, ha deciso di riattivare la cabina di regia per monitorare lo stato di attuazione degli obiettivi, coinvolgendo tutti gli attori in campo".
L’era post Covid
Meloni, infine, ha parlato anche di infrastrutture, sicurezza, transizione ecologica, innovazione digitale, politiche sociali e welfare, oltre a sostegno a famiglia e natalità, che sono temi che per il premier "incarnano sfide decisive per il futuro di questa nazione e che noi possiamo affrontare solamente se sappiamo mettere in campo le giuste sinergie tra Stato, Regioni, Province Autonome, enti locali".
La pandemia da Covid e la guerra in Ucraina – ha proseguito - "ci hanno proiettato in un mondo che è completamente nuovo e in un contesto geopolitico ed economico nel quale a tutti i livelli noi non possiamo rinunciare alla coesione e all'unità, e dal mio punto di vista a una visione di lungo periodo, perché le criticità strutturali con le quali ci stiamo confrontando sono soprattutto figlie delle politiche poco lungimiranti del passato".