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I Balcani e l’Europa. Von der Leyen: “O l’Ue oppure Russia e Cina”

La presidente della commissione europea parla in occasione del vertice Ue-Balcani, al quale è intervenuta anche la premier, Giorgia Meloni. I temi caldi

I Balcani e l’Europa. Von der Leyen: “O l’Ue oppure Russia e Cina”

I Balcani occidentali devono "decidere da che parte stare: dalla parte della democrazia, questa è l'Unione Europea, amica e partner. O se vogliono prendere una strada diversa". Sono parole chiare e nette quelle scandite della presidente della Commissione europea, in occasione del vertice che segna formalmente il percorso di avvicinamento dei paesi balcanici a Bruxelles.

Von der Leyen ha esortato, dunque, a fare una scelta di campo: "Russia e Cina stanno cercando di esercitare un'influenza nella regione, ma l'Ue è il maggiore investitore e il partner più stretto per i Balcani occidentali", ha spiegato.

Per la numero uno della Commissione, “la lotta è tra democrazia e autocrazia”.

 

Anche Meloni a Tirana

Al summit non poteva mancare l’Italia, che condivide il mar Adriatico con i paesi dei Balcani. Giorgia Meloni a Tirana ha spiegato, in inglese: "Penso che abbiamo una grande responsabilità con i Paesi dei Balcani occidentali, specialmente dopo l'aggressione russa all'Ucraina. Bisogna rafforzare il processo per la prosecuzione dell'ingresso dei Paesi nell'Ue. Ci sono molte materie su cui dobbiamo lavorare insieme, dall'economia alla cybersicurezza, su cui l'Italia è pienamente impegnata. Cercheremo di fare il nostro meglio, anche sul roaming e altre materie in discussione. Si può contare sull'Italia".

 

L’importanza di questo vertice

L’incontro non è il primo di questo tipo che si tiene per far crescere dialogo e collaborazione tra i Paesi della ex Jugoslavia e l’Ue. Ma in questo caso arriva dopo mesi di guerra in Ucraina. L’obiettivo di Bruxelles, dunque, è soprattutto quello di riavvicinare i sei Stati della regione (Serbia, Montenegro, Albania e Macedonia del Nord) ai ventisette componenti dell’Unione europea, allontanandoli di fatto dalla sfera di influenza di Russia e Cina. Finora la presenza e la vicinanza con Mosca e Pechino si sono sentite soprattutto in Serbia, ma il rischio è che, proprio come conseguenza del conflitto a Kiev, il Cremlino possa tentare un avvicinamento ulteriore, estendendolo anche ad altri Paesi dell’area, come del resto sta facendo la Cina con la sua presenza economica crescente nel Mediterraneo.

 

L’ingresso nell’Ue

La Bosnia-Erzegovina ha già ottenuto il via libera dalla Commissione per la concessione dello status di Paese candidato, che sarà approvato al prossimo vertice Ue che si terrà il 15 dicembre.

Il Kosovo, invece, ha vuole presentare la propria candidatura entro la fine dell'anno, nonostante non ci sia l’accordo da parte di Spagna, Grecia, Slovacchia, Romania e Cipro, che non riconoscono l'indipendenza unilaterale dalla Serbia proclamata nel 2008.

"L'Ue riconferma il suo impegno completo e inequivocabile per la prospettiva dell'adesione all'Ue dei Balcani occidentali e chiede l'accelerazione del processo di adesione che è nel nostro reciproco interesse", è stato scritto nelle conclusioni del summit.

 

Gli aiuti nel settore energetico

Ma non si tratta solo di un avvicinamento “politico”. In ballo ci sono interessi economici, che nell’ultimo periodo riguardano soprattutto il campo energetico.

A questo proposito Bruxelles ha stanziato 500 milioni per le esigenze immediate nel contenere i costi delle bollette e che si sommano ad altri 500 milioni di investimenti, con lo scopo di rendere i Paesi balcanici indipendenti da Mosca.

Un altro fronte, poi, riguarda la collaborazione negli approvvigionamenti, perché l’Unione europea vuole allargare ai Balcani la partecipazione agli acquisti comuni di gas e idrogeno, in modo da ridurre i prezzi.

 

Accordi per la gestione dei migranti, la telefonia e gli studi

Un altro tema caldo è la gestione dei migranti.

Da questo punto di vista l’Ue chiede ai Balcani una collaborazione nel controllo dei confini, con il coinvolgimento di Frontex anche alle frontiere interne e con l’omogeneizzazione delle politiche dei visti. In quest’ottica le attenzioni sono rivolte soprattutto alla Serbia, che di recente ha allentato le maglie dei requisiti di ingresso, in particolare aprendo i confini a chi proviene da Tunisia, Egitto, India e Burundi. La conseguenza è che nell’ultimo anno sono triplicati i flussi della rotta balcanica.

Il vertice, inoltre, ha avuto lo scopo di siglare nuovi accordi che permettano anche di estendere le convenzioni telefoniche relative al roaming anche a questa zona, dove quindi non si applicheranno più tariffe extra per chiamate ed sms all’estero, come avviene già all’interno dei Paesi europei.

Infine, ecco la firma di accordi che comprendono anche l'adesione al programma di Erasmus+. 

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